Pero, le condizioni ambientali pesano più dei fitoregolatori

Abate Fetel fioritura sdr

I fitoregolatori sono una famiglia variegata di prodotti suddivisi in base all’azione che esplicano sulla pianta: diradanti, alleganti, brachizzanti, stimolanti la colorazione, ecc. Una serie di esperienze condotte presso la Fondazione Navarra forniscono ulteriori elementi sulla efficacia dei vari composti.

Nella moderna frutticoltura le categorie di prodotti utilizzati sono molteplici, si va dai fungicidi agli insetticidi fino ad arrivare ai diserbanti.

Una famiglia di prodotti diventata sempre più importante è quella dei fitoregolatori o regolatori di crescita ovvero tutti quei composti che interferiscono col sistema ormonale delle piante. Tale interferenza è stata oggetto di una vasta verifica sperimentale da parte di tutti gli enti di ricerca, vista l’importanza e l’introduzione continua di nuovi formulati.

La famiglia dei fitoregolatori è molto complessa e gli stessi prodotti vengono suddivisi in diverse categorie in base all’azione che esplicano sulla pianta; sono a disposizione degli agricoltori prodotti con effetti diradanti, alleganti, brachizzanti, stimolanti la colorazione, ecc.

Gli effetti più costanti e ripetuti nel tempo si sono avuti con i diradanti, ormai entrati nella tecnica colturale sia dei melicoltori sia dei pericoltori. Per le altre categorie citate i risultati non si sono sempre confermati nel tempo probabilmente a causa di una maggiore sensibilità di questi fitoregolatori alle condizioni ambientali.

La Fondazione Navarra, centro sperimentale della Pianura Padana orientale, ha impostato le seguenti prove poliennali su pero allo scopo di approfondire la conoscenza di alcuni composti.

Impiego di alleganti su Abate Fétel

La produzione di Abate Fétel nella valle del Po viene spesso ottenuta sfruttando la partenocarpia, ossia la capacità che hanno alcune piante di produrre, senza fecondazione, frutti in apparenza normali, ma in realtà privi di semi.
Proprio a causa dell’assenza di semi nei frutti partenocarpici si riduce la disponibilità di ormoni promotori (auxine, gibberelline e citochinine); si spiega così la minor allegagione e la maggior cascola a cui vanno incontro i frutti partenocarpici rispetto a quelli gamici.
Per ovviare a tutto ciò nella normale tecnica agronomica si è cercato di compensare alla carenza di promotori esogeni impiegando quelli di sintesi.
Proprio allo scopo di confermare o smentire la validità di questa tecnica, la stazione sperimentale ha deciso di verificare la reale efficacia dei principali fitoregolatori di sintesi nell’incrementare l’allegagione e nel ridurre la cascola.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 40/2019
Pero, le condizioni ambientali pesano più dei fitoregolatori
di Alessandro Zago, Michele Mariani
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