Catasto frutticolo: produttori soddisfatti

pescheto

Capire se le superfici di alcune specie stiano fortemente aumentando, o scoprire se vi sono colture che, per effetto delle ripetute crisi di mercato, stanno invecchiando, come per esempio pesche e nettarine. Sono solo alcune delle possibilità che l’introduzione del Catasto frutticolo, prevista nella manovra finanziaria approvata a fine anno, consentirà per governare meglio le dinamiche della filiera.

Davide Vernocchi, coordinatore ortofrutta dell’Alleanza cooperative agroalimentari, è soddisfatto : “I dati che emergeranno dal Catasto – dice – sono importanti anche per verificare se le strutture di condizionamento di cui disponiamo siano in grado di gestire il cambiamento. Per questo dico che questi dati vanno analizzati in un’ottica di filiera, per aiutare la produzione a programmare meglio i propri investimenti a partire dalla campagna, ma anche coinvolgendo le strutture di condizionamento e orientando poi le politiche di prodotto legate alla domanda”.

Vernocchi ritiene anche che il Catasto frutticolo nazionale da solo non possa bastare. “Lo abbiamo ripetuto più volte – afferma – occorre un Catasto frutticolo europeo. Soltanto avendo la mappatura di tutte le produzioni aggiornate a livello comunitario, si potrà evitare che con la Pac 2020 vengano erogati finanziamenti diretti a colture nei Paesi produttori che presentano chiari surplus produttivi”.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 2/2019
Il Catasto frutticolo, una buona notizia per i produttori
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