Albicocco più nutraceutico con i biostimolanti

La maggior parte delle cultivar di albicocco è caratterizzata da un elevato potenziale di produttività, considerato che la fioritura è generalmente molto più abbondante di quella necessaria per ottenere una produzione soddisfacente e di qualità ottimale.

Pertanto, è necessario regolare il carico dei frutti tramite la potatura e il diradamento. Tuttavia, la variabilità e l’incertezza produttiva tra gli anni è uno dei principali problemi di molte varietà, dovuti a diversi fattori, spesso poco chiari. Uno di questi è la fioritura precoce, che rende l’albicocco più sensibile di altre specie alle gelate tardive.

Nell’albicocco, infatti, le gemme si differenziano l’estate precedente, entrano in dormienza durante l’inverno e ripartono per dar luogo alla fioritura molto presto nella primavera successiva. Miti temperature invernali causano la mancanza delle necessarie ore di freddo durante la dormienza, interrompendola e facendo aumentare la cascola dei fiori con cali produttivi . Problema, quest’ultimo, che pare accentuarsi negli ultimi anni, in conseguenza dei cambiamenti climatici in atto. Questi e altri tipi di stress abiotici nelle piante influenzano anche la qualità dei frutti, costituita, com’è noto, dalla combinazione di caratteristiche fisiche, chimiche, sensoriali e nutrizionali.

Per far fronte agli stress abiotici nelle piante, la moderna fisiologia è attualmente indirizzata, tra l’altro, allo sviluppo di ricerche sull’impiego di nuovi fertilizzanti, per lo più naturali, denominati «biostimolanti vegetali» costituiti da una vasta gamma di composti, tra cui acidi umici e fulvici, idrolizzati proteici, polisaccaridi, sostanze contenenti azoto, estratti di alghe e vegetali, chitosani e altri biopolimeri, funghi e potenziali batteri benefici per le piante (du Jardin, 2015). Numerosi sono i prodotti biostimolanti attualmente presenti in commercio, regolamentati dalla legislazione italiana (dlgs 75/2010 e successiva modifica del 10 luglio 2013). La maggior parte di questi prodotti sono solubili in acqua e quindi applicabili direttamente sulle piante per essere utilizzati per via fogliare.

Alcuni studi condotti in passato sui fruttiferi hanno dimostrato che l’applicazione al suolo o per via fogliare di acido umico ha prodotto effetti positivi sulla crescita, resa e qualità dei frutti di pesca e mela.

Caratteristiche chimiche dei succhi

Considerate le pochissime informazioni sull’uso di biostimolanti sulla coltura di albicocco, si riportano i risultati di uno studio che illustrano come l’applicazione di tre prodotti commerciali (Hendophyt® PS albicocco, Ergostim® XL e Radicon®) abbia influito sulle caratteristiche di fioritura, allegagione iniziale e finale dei frutti, produzione e qualità dei frutti.

Per quanto riguarda l’acidità totale dei frutti  non sono state osservate differenze statisticamente significative sia tra gli anni sia tra i trattamenti, con valori compresi tra 0,80% e 1,01%. Il rapporto zuccheri/acidità, indice utilizzato per determinare la maturità di frutti, ha mostra differenze significative nei due anni di trattamento.

Anche il contenuto di polifenoli è risultato in media più elevato nel 2016 (37,8 mg di acido gallico GA /100 g) rispetto al 2015 (30,8 mg GA/100 g). Inoltre, nel 2016, Ergostim® XL ha fatto registrare il valore di polifenoli significativamente più alto (49,8 mg GA/100 g) rispetto agli altri trattamenti con biostimolanti e al controllo (in media 33,9 mg GA/100 g).

Infine, la capacità antiossidante in entrambi gli anni e in tutti i trattamenti eseguiti con biostimolanti è risultata significativamente più elevata in media 82,7 mg TE/100 g (la capacità antiossidante si misura in equivalenti Trolox, un analogo idrosolubile della vitamina E, che funziona da standard) rispetto al controllo (in media 39,3 mg TE/100 g).

In conclusione, la sperimentazione sull’impiego di tre tipi di biostimolanti, Hendophyt® (a base di biopolimeri di polisaccaridi), Radicon® (a base di acidi umici e fulvici) ed Ergostim® XL (a base di AATC – acido N-acetiltiazolidin-4-carbossilico e ATC – acido triazolidine-carbossilico ) in due annate consecutive sulla coltura di albicocco cultivar Orange Rubis®, ha fornito risultati molto differenti tra gli anni per quanto riguarda la fioritura, l’allegagione e la produzione di frutti, a causa di differenze di temperatura, specialmente durante l’inverno-inizio primavera, corrispondente al periodo di dormienza e fioritura delle piante.

Per quanto riguarda i trattamenti con biostimolanti, Ergostim® XL e Radicon® hanno prodotto effetti positivi, facendo aumentare la fioritura, l’allegagione e la produzione della coltura soggetta a stress nell’annata sfavorevole.
Per quanto concerne gli aspetti qualitativi dei frutti nel 2016, in coincidenza di una minore produzione e una minore compattezza dei frutti, si sono verificati aumenti del peso dei frutti, degli indici di colore a* e b*, degli zuccheri, dell’indice di maturità e della capacità antiossidante dei frutti. L’azione dei biostimolanti ha indotto una maggiore capacità antiossidante nei frutti, qualità notevolmente positiva dal punto di vista nutraceutico.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 25/2020
Albicocco più nutraceutico con i biostimolanti
di A. Tarantino, F. Lops, G. Disciglio, L. Frabboni, G. Lopriore
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale