Con la pandemia aumentano i consumi di miele, soprattutto tra i giovani

api

Nel 2020 l’avvio della stagione pandemica ha intensificato l’attenzione del consumatore verso i prodotti salutistici come il miele, facendone slittare i consumi complessivi al +13% in volume, un fenomeno particolarmente accentuato tra i giovani consumatori (+56%).

In questo contesto, il cambiamento climatico sembra influire (ancora una volta) sull’andamento del comparto dell’apicoltura. Le api, infatti, subiscono in modo particolare l’instabilità meteorologica alla quale si aggiunge la riduzione della disponibilità nettarifera delle piante, con poche giornate favorevoli alla bottinatura. Ad ogni modo, ad incidere pesantemente sulla moria delle api è l’utilizzo improprio dei prodotti fitosanitari che colpiscono l’insetto durante il periodo primaverile-estivo. Dati Fao del 2019 testimoniano una riduzione del numero di api pari a -37%. In ultima istanza, la varroa (acaro parassita che attacca la colonia fino a comprometterne la sopravvivenza) rappresenta una ulteriore minaccia per l’apicoltura. Elemento, anche questo, in grado di minare i conti aziendali, rendendo difficile e onerosa la gestione degli alveari.

L’Italia, che detiene il record mondiale di varietà di miele prodotto (oltre 50 specie), conta su 1,66 milioni di alveari per una produzione effettiva di miele che nel 2019 ha raggiunto 15 mila t, mentre nel 2020 è salito a circa 17 mila t (stime Ismea), quarto paese dopo la Spagna (3 milioni), la Romania (2 milioni) e la Polonia (1,7 milioni). In particolare, il Piemonte risulta essere la regione maggiormente produttiva della penisola (con 5.000 t) seguita da Toscana (3.000 t) ed Emilia Romagna (2.000 t).

Le aziende agricole professionali, completamente dedite all’attività dell’apicoltura, curano il 74% degli alveari totali. Nel 2019 erano 187 mila gli alveari a produzione biologica, pur con previsioni di crescita per il 2020. La natura degli alveari italiani è differenziata da uno spartiacque che divide gli alveari stanziali (783 mila) da quelli nomadi (657 mila).

Nonostante il miele rappresenti il prodotto di punta dell’apicoltura, non dimentichiamo gli ulteriori sforzi dell’alveare per produrre i surrogati quali pappa reale, polline, cera, propoli.

Sul fronte degli scambi, la bilancia commerciale conferma, anche per il 2020, la diminuzione delle importazioni di miele estero (-12% nel primo quadrimestre 2020 rispetto al 2019). Oltre il 40% proviene dall’Ungheria. Il periodo pandemico ha comunque influito sugli scambi nel loro complesso, contraendo anche l’export (-25% nel primo quadrimestre 2020 rispetto al 2019).

Il miele italiano non può competere con i prezzi applicati dalla Cina (1,25 euro/kg, con 457.000 t nel 2019 pari al 35% della produzione mondiale) e dai paesi dell’Est europeo (3 euro/kg). Diversamente, in Italia il valore oscilla tra 4,5 euro/kg del poliflora e 8,5 euro/kg dell’acacia.

Va sottolineato che i prezzi del miele a livello mondiale sono aumentati del 25% nel periodo tra il 2013 e il 2019, a differenza ad esempio di quelli dello zucchero che sono diminuiti del 30%. Tale dinamica trova spiegazione nella crescita della domanda di dolcificanti naturali da parte dell’industria dolciaria e dei consumatori stessi.

I canali di vendita premiano la GDO, laddove i Super coprono il 43% della distribuzione di miele, gli Iper il 28% e i Discounts il 21%. I commercianti al dettaglio si attestano una quota appena del 6-8% (dati 2019). Nei primi 9 mesi del 2020 la vendita di miele è cresciuta del 13% in volume, con i canali tradizionali al +35%, i Supermercati + 18,4%, gli Ipermercati +7,7% e i Discounts +12,3%.

Talvolta si dimentica il ruolo fondamentale svolto dagli apicoltori, reali sostenitori e guardiani dell’ecosistema ambientale, nel garantire l’impollinazione delle colture agrarie e forestali, nonché delle piante spontanee, nel presidiare il monitoraggio dello stato di salute dei territori, nel costruire un modello sostenibile per far vivere i territori, elementi in linea con la strategia europea Green Deal che affida un ruolo centrale (tra gli altri) agli attori del sistema agro-forestale.

Fonte: Report Ismea Tendenze miele

Ilenia Cescon