È battaglia sulla ripartizione dei fondi Psr 2021-2022

Semina

Regioni e Province autonome italiane divise sulla ripartizione delle risorse per i Psr 2021 e 2022. La posta in gioco è notevole e ammonta a quasi 7 miliardi di euro per le due annualità. Si tratta di un budget di gran lunga superiore alla media della spesa disponibile per il Secondo pilastro della Pac degli anni passati.

Grazie alle decisioni dell’Unione europea di mettere a disposizione uno stanziamento supplementare eccezionale nell’ambito del Next Generation UE e di caricare maggiormente la dotazione per l’annualità 2021 dei fondi ordinari del Psr, l’Italia ha infatti a disposizione quasi 4 miliardi di euro di fondi comunitari, cui si aggiungono altri 3 miliardi di cofinanziamento nazionale.

La partita in corso vede da una parte un gruppo maggioritario di Regioni e Province autonome che chiede l’introduzione di un nuovo criterio di ripartizione delle risorse basato su elementi oggettivi, come la superficie agricola utilizzata, il numero di aziende attive, la produzione lorda vendibile realizzata, la superficie forestale. Non manca la disponibilità a prendere in considerazione anche altre variabili come quelle che tengono conto dell’indice di ruralità dei territori. Appartengono a questo raggruppamento tutte le Regioni del Nord, tutto il Centro Italia esclusa l’Umbria, e alcune Regioni del Meridione (Abruzzo, Molise e Sardegna).

Dall’altra ci sono cinque Regioni del Sud (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia), cui si aggiunge l’Umbria che compongono il gruppo orientato a mantenere gli stessi criteri utilizzati durante il settennio 2014-2020. Queste Regioni contestano la legittimità del cambiamento nel modello di suddivisione degli stanziamenti per lo sviluppo rurale e chiedono di tener conto degli squilibri territoriali esistenti dal punto di vista economico che non giustificano una forte redistribuzione degli stanziamenti.
Qualunque sarà la decisione che scaturirà da questo confronto dovrà comunque avvenire rapidamente, perché è necessario avviare da subito il processo di modifica dei Psr e partire quanto prima con i nuovi bandi.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 4/2021
Braccio di ferro tra le Regioni per il riparto dei fondi Psr
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