Vendite fitofarmaci ancora in calo in UE

Le vendite di fitofarmaci nell’Unione europea segnano un minimo da 13 anni, sia pure con trend fortemente differenziati tra Paesi.
Lo riferisce l’Eurostat nel rilevare, in riferimento al 2023 (ultimo dato disponibile), un volume di circa 292.000 tonnellate, in flessione del 9% sull’anno precedente e del 18% rispetto al 2021.

Cali in Italia, aumenti in Francia

A guidare questa tendenza sono stati diversi Paesi, con Italia e Portogallo che spiccano nel ristretto gruppo dei più virtuosi, registrando la flessione più accentuata (–44% per entrambi) nel periodo compreso tra il 2011 e il 2023.
Una traiettoria che non riguarda però tutti i partner UE.
In Francia, ad esempio, le vendite di fitofarmaci sono aumentate di oltre ed il 9% nello stesso periodo, dove la tendenza alla crescita riflette gli esiti di politiche più permissive, di deroghe, per esempio nel comparto bieticolo-saccarifero, e di scelte agronomiche finalizzate ad assicurare i livelli di resa in condizioni climatiche avverse.

Le ragioni dietro i cali

Secondo l’analisi di Eurostat, le ragioni che spiegano il calo delle vendite di fitofarmaci sono molteplici.
Tra queste, anche la guerra in Ucraina e l’instabilità dei mercati internazionali, fattori che hanno impresso una forte spinta al rialzo dei costi di produzione agricola, inclusi quelli dei presidi fitosanitari.
Decisive anche le condizioni agrometeorologiche sempre più estreme che, in talune annate, hanno comportato rinunce e riduzioni di investimenti.

Allarme sugli eccessi normativi

Per Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative, l’impegno degli agricoltori italiani e delle strutture di assistenza tecnica ha permesso di ridurre significativamente l’uso di fitofarmaci, ma i dati sono anche il risultato di eccessi che stanno mettendo in seria difficoltà l’intero settore.
Di questo passo si rischia insomma di pagare un prezzo troppo elevato, considerato tra l’altro che in Europa l’iter di approvazione per una nuova molecola può richiedere fino a dieci anni, contro i due di media di Paesi altamente competitivi come il Brasile.

Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 19/2025
Vendite fitofarmaci ancora in calo in UE
di F.Pi.
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