I vantaggi sulle orticole dei concimi a lenta cessione

L’utilizzo dei concimi azotati a lento rilascio in orticoltura presenta una serie di vantaggi rispetto all’utilizzo dei concimi azotati a pronto effetto dal punto di vista ambientale, agronomico e produttivo.
L’utilizzo di concimi azotati a lento rilascio determina una riduzione del quantitativo di azoto da somministrare alle colture, in quanto viene minimizzata la perdita per lisciviazione di questo elemento, oltre a determinare una riduzione del numero degli interventi di concimazione.
Questi due fattori sono molto importanti ai fini del calcolo reale dei costi di fertilizzazione utilizzando concimi a lento rilascio rispetto ai concimi convenzionali a pronto effetto. In altre parole, più che confrontare il costo dell’unità fertilizzante azotata di un concime a lento rilascio, rispetto a un concime convenzionale, è opportuno considerare il costo complessivo della fertilizzazione (costo di acquisto del concime + costo di distribuzione + sostenibilità ambientale) con i due tipi di concime.
Nel caso di concimi complessi vanno ovviamente confrontati anche i costi delle unità fertilizzanti di fosforo e potassio. Con le concimazioni a pronto effetto è noto come solo una parte dell’azoto somministrato viene assorbita dalle radici della pianta, mentre una frazione di entità variabile – a seconda delle colture, delle diverse tecniche colturali, delle caratteristiche pedoclimatiche e della tipologia di concime – ma comunque importante (anche il 40-50% e oltre), va soggetta ai processi di lisciviazione, oltre che di denitrificazione, volatilizzazione o anche di immobilizzazione da parte della biomassa microbica.

I risultati in campo

Nel settore orticolo sono state eseguiti diversi studi di laboratorio e sperimentazioni in campo per valutare l’efficacia dei concimi a lento rilascio, a confronto con i concimi convenzionali. In particolare, prove sperimentali sono state condotte su patata, finocchio, erba cipollina, melone, pomodoro, peperone e cavolfiore utilizzando diverse dosi di azoto e diverse tipologie di concimi a lento rilascio.
Il numero di interventi eseguiti con i concimi a pronto effetto è stato variabile in funzione del ciclo colturale, mentre per i concimi a lento rilascio è stata eseguita una sola applicazione prima del trapianto.
I dati ottenuti dalla produzione delle colture trattate con i concimi tradizionali a pronto effetto sono stati statisticamente confrontati con quelli ottenuti con i concimi a lento rilascio. Nella stragrande maggioranza dei casi le diverse sperimentazioni condotte hanno evidenziato come l’utilizzo dei concimi a lento rilascio determini produzioni quantitativamente e qualitativamente del tutto comparabili con quelle che si verificano somministrando i concimi a pronto effetto.


Nel caso di una sperimentazione condotta nella Piana del Sele per un biennio su pomodoro da industria si è visto come, alla dose ridotta di azoto (105 kg/ha), i concimi a lenta cessione abbiano determinato produzioni più elevate rispetto a quello a pronto effetto (grafico 1), mentre a dose più elevata (150 kg/ ha) la produzione di pomodoro è risultata più elevata o comparabile per ambedue gli anni, solo nel caso di concime minerale semplice (solfo-nitrato di ammonio) contenente azoto ammoniacale (NH4 +) stabilizzato con l’inibitore della nitrificazione 3.4 dimetilpirazolfosfato (3.4 DMPP).
Quest’ultimo a lenta cessione, in un’altra sperimentazione biennale condotta sempre nella Piana del Sele su cavolfiore (Perrone et al., 2011) ha determinato, in entrambi gli anni, sia alla dose ridotta di azoto (112 kg/ ha) sia alla dose più elevata (160 kg/ha), una produzione totale comparabile con quella ottenuta con i concimi a pronto effetto.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 29/2020
Concimi a lenta cessione, i vantaggi sulle orticole
Di M. Caputo, M. Zaccardelli, D. Ronga
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