Il Consorzio di Treviso e Belluno punta su Opo Veneto

Un fatturato di 104 milioni di euro, 2.593 soci e circa 16.000 clienti. Questo è il bilancio 2021 del Consorzio agrario di Treviso e Belluno, punto di riferimento degli imprenditori agricoli del Veneto per l’approvvigionamento di mezzi tecnici (26 milioni euro), macchinari e ricambi (18 milioni euro), carburanti (16,5 milioni euro), mangimi e feed (14,3 milioni euro), barbatelle per l’impianto dei vigneti (7,5 milioni euro), prodotti da garden (7,3 milioni euro), nonché per ammasso e vendita di cereali e soia (15 milioni euro).

Ampia gamma di servizi

In aggiunta ai prodotti di natura tecnica e tecnologica, quali macchine agricole, carburanti, sementi, agrofarmaci e fertilizzanti, il Consorzio agrario offre all’agricoltore numerosi servizi, utili a supportarlo nella gestione aziendale, includendo nell’assistenza clienti anche prodotti finanziari e assicurativi, oltre alla consulenza agronomica. «Un’expertise consolidata, capace di accompagnare l’agricoltore in tutte le fasi di gestione aziendale, dal campo all’ufficio» ci ha raccontato il presidente del Consorzio, Giorgio Polegato, spiegando i contenuti della strategia che punta a consolidare la presenza del Consorzio nell’area territoriale di competenza.

Una scommessa inedita

«Puntando sulla capacità di rispondere alle esigenze del tessuto imprenditoriale agricolo − prosegue Polegato − il Consorzio agrario ha recentemente deliberato un’operazione di investimento nel capitale sociale di Opo Veneto, nota Organizzazione di produttori ortofrutticoli del Trevigiano specializzata nelle produzioni di qualità, con fatturato di 50 milioni di euro, finalizzata a uno scambio e a un supporto reciproco. L’importo della capitalizzazione ammonta a 600.000 euro, su un totale movimentazioni di 1,3 milioni di euro».

Infatti, oltre all’investimento in conto capitale, il tavolo di trattativa ha affrontato anche il tema delle strutture di magazzino, che sono state in parte dismesse da Opo Veneto e parzialmente acquisite dal Consorzio agrario. Una manovra particolarmente insolita, sancita da un patto tra leader del territorio veneto, che potrebbe essere spunto per un nuovo modello di sviluppo del settore primario regionale.

Presidente, vuole spiegarci meglio quali sono i vantaggi di questa operazione finanziaria?

«Opo Veneto è un’azienda solida, che negli ultimi due anni ha sofferto delle perdite nel canale Horeca a causa della pandemia. Il fine ultimo di questa operazione è quello di ottimizzare il potenziale espresso dai soci di Opo Veneto, sostenendoli nello sviluppo della propria attività, e parallelamente incrementando il parterre dei clienti del Consorzio agrario con circa 1.000 nuove aziende agricole. Performare i nostri clienti significa fornire loro tutti gli strumenti per massimizzare i ricavi e ridurre i costi, in un’ottica di sostenibilità economica dell’attività agricola. L’esperienza maturata nel Consorzio agrario ci consente di proporre un modello di buon esito garantito, che consente loro di aumentare a redditività».

A questo punto, come cambia la governance di Opo Veneto?

È stato nominato quale consigliere delegato del Consiglio di amministrazione di Opo Veneto Antonio Maria Ciri, agronomo e attuale direttore generale del Consorzio agrario. L’inserimento di questa figura nell’organigramma di Opo Veneto ci consente di mettere testa e mani alle operazioni strategiche dell’Organizzazione, con un apporto costruttivo che punta a risanare eventuali difficoltà strutturali.

Concretamente, quali azioni proporrà il Consorzio agrario a Opo Veneto?

Sicuramente suggeriremo di potenziare i contratti di filiera con importanti aziende del territorio specializzate nella trasformazione, con l’obiettivo di rendere Opo Veneto più attiva dal punto di vista commerciale, ma non solo. Sono convinto dell’importanza di potenziare gli accordi con i soci produttori al fine di intensificare il senso di appartenenza all’Organizzazione e per accentuare l’engagement motivazionale. Inoltre, punteremo in modo particolare alla trasformazione per la produzione del feed, elemento centrale di un mercato in continua evoluzione.

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