Buona la prima per Archos, barbabietola a semina autunnale

Dopo le prove effettuate in campo nel 2019, SESVanderHave ha lanciato quest’anno sul mercato la nuova varietà Archos, barbabietola a semina autunnale particolarmente adatta alla produzione agroenergetica.
Lo scorso 26 giugno, a Ponte di Piave (Treviso), una cinquantina di agricoltori, tra cui i pionieri di questa tipologia di barbabietola oltre a numerosi gestori di impianti di biogas e di biometano, hanno partecipato alla giornata in campo incentrata sulla raccolta presso l’azienda Biogas San Vittorio della famiglia Mercante, fiore all’occhiello del settore agro-energetico italiano, con un impianto da 999kW alimentato con seminativi aziendali e sottoprodotti agricoli.
«Oggi si può coltivare la barbabietola al Nord in ogni periodo dell’anno: i risultati di Archos hanno superato di gran lunga quelli più che soddisfacenti ottenuti dal materiale genetico in fase di sperimentazione l’anno scorso, sia per il peso della radice sia per la consistenza della parte aerea, colletti e foglie» ha detto Massimo Zaghi, Sales Manager di SESVanderHave.

Massimo Zaghi in campo presso l’azienda Biogas San Vittorio con la barbabietola Archos appena raccolta

I commenti degli agricoltori

La semina autunnale ha aperto nuove opportunità di sviluppo per la barbabietola: ne sono convinti gli imprenditori agricoli come Paolo Mercante, padrone di casa della giornata in campo e rappresentante della quarta generazione di una storica famiglia di agricoltori, 200 ettari di seminativi e 220 di vigneto, con tanta voglia di diversificare l’attività. «In questo modo – osserva – il digestato diventa una risorsa: il sottoprodotto si trasforma in materia prima. Qui, una volta, non si effettuava il doppio raccolto; ora è la regola sul 70-80% dei terreni aziendali».
Gli fa eco l’agromeccanico Stefano Barbaran della ditta Barbaran Servizi di Zenson di Piave: «questa nuova varietà trova riscontri per la sua estrema flessibilità visto che si può raccogliere da metà maggio fino ai primi di agosto».
«Conto di coprire oltre il 10% dei terreni con la barbabietola, la maggior parte con quella autunnale. Poterla lasciare 8-9 mesi in campo mi consente di fronteggiare al meglio le criticità del clima» commenta Marco Scomparin, agronomo della Stalla Sociale di Monastier (Treviso), una cooperativa di 20 soci con 3.000 capi di bovini all’ingrasso e 650 ettari di seminativi.
Gli utilizzi della barbabietola come coltura No-Food spaziano dalla produzione di biogas a quella di biometano, per la quale, però, al momento, la legge permette solo l’uso della massa verde. Il vero punto di forza della barbabietola autunnale è che aumenta la capacità di sequestrare carbonio nei suoli a vantaggio della fertilità. Seminata in anticipo rispetto a quella primaverile acquisisce un ruolo di rilievo tra le colture intercalari a vocazione energetica, in grado di aumentare l’attività fotosintetica della superficie coltivata (in sintesi: assorbe CO2 e aumenta la sostanza organica nel suolo grazie ad una concimazione precisa e ripetuta con il digestato).

I partecipanti alla giornata in campo di SESVanderHave

Una scelta in linea con la nuova Pac

«La nostra missione – sottolinea Zaghi – si intreccia perfettamente con la linea intrapresa dalla Pac post-2020, che premierà la capacità degli agricoltori di portare all’interno delle proprie aziende delle tecniche avanzate di lavorazione del terreno e di aumentare le superfici a doppia coltura».
In più la varietà Archos cambierà il modo di pianificare dell’imprenditore agroenergetico: «dobbiamo spostare il nostro ragionamento e iniziare a calcolare il rendimento della coltura guardando al costo al metro cubo di metano prodotto per superficie coltivata» ha evidenziato Zaghi in chiusura della presentazione organizzata insieme a Bietifin – partner tecnologico di CGBI e distributore in esclusiva del seme SESVanderHave.