Bio.Methane.Hub dona 100.000 euro di foraggi per i danni dell’alluvione

Centomila euro di prodotti disidratati (pellet di paglia e foraggi), andranno alle cooperative agricole del territorio colpite dall’alluvione per gli allevamenti e il funzionamento degli impianti di biogas.
È il gesto di solidarietà della nuova società Bio.Methane.Hub, con il contributo delle cooperative fondatrici e in collaborazione con Sopred: dà una mano agli allevatori e imprenditori agro-energetici rimasti senza fieno ed erba medica per il bestiame e senza biomasse da biogas.
«Siamo qui oggi, nel luogo dove i terreni sono rimasti sott’acqua per oltre due settimane, per confermare il nostro sostegno all’agricoltura nel processo di sviluppo delle energie rinnovabili.

La consegna dell’assegno di 100.000 euro di prodotti disidratati (pellet di paglia e foraggi che andranno alle cooperative agricole del territorio colpite dall’alluvione. Da sinistra: Marco Lanzoni, Tommaso Honorati, Gianluca Bertolamei, Marco Ianelli, Marco Ortu, Gabriele Lanfredi, Guglielmo Garagnani, Vincenzo Colla, Giangiacomo Bonaldi, Antonio Rossi e Giampietro Sabbatani, direttore Cab Massari.

Con Bio.Methane.Hub, partner della Confederazione dei bieticoltori-CGBI, vogliamo dare un impulso allo sviluppo del biometano, aggregando sottoprodotti agricoli, reflui zootecnici e scarti di lavorazione da destinare alla produzione di energia verde, accorciando le distanze tra aziende agricole e impianti di biogas/biometano, riducendo i costi della logistica e fornendo servizi indispensabili ai fini della tracciabilità e certificazione».
Così il presidente CGBI, Gabriele Lanfredi, aprendo a Conselice, alla Cab Massari, il convegno sul biometano agricolo, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’assessore allo sviluppo economico e green economy della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla. Bio.Methane.Hub aiuta gli imprenditori del biometano nell’approvvigionamento delle biomasse, con soluzioni a corto raggio. «Ridurre al minimo i costi di trasporto – spiega Lanfredi – è la conditio sine qua non per garantire sostenibilità economica all’impianto». L’area ricerca & sviluppo si dedica all’innovazione di processo e di prodotto (es. la fornitura di paglia in pellet da utilizzare come lettiera negli allevamenti per ritirare successivamente una razione già costituita, paglia più deiezioni, con il risultato che si migliora il benessere animale, si tagliano tempi e costi, ottenendo alla fine una biomassa dall’elevato potenziale metanigeno).
Con queste parole l’assessore regionale Vincenzo Colla ha salutato tutti i presenti: «Ringrazio Bio.Methane.Hub a nome della Regione per l’importante donazione a favore delle aziende di questo territorio, così duramente colpito dagli eventi alluvionali del maggio scorso. Essere qui oggi è un messaggio a questa gente di vicinanza e di impegno di tutta l’Emilia-Romagna affinché prenda celermente avvio la ricostruzione e tutte le attività possano ripartire al più presto. Gli investimenti sulle energie rinnovabili sono certamente una strada irrinunciabile per ripartire guardando al futuro. Il Piano energetico regionale ha messo al centro la diversificazione delle fonti energetiche pulite per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione. Il futuro non sarà più delle grandi centrali bensì di piccoli impianti di produzione energetica distribuiti sul territorio. Per questo guardiamo con grande attenzione ai progetti messi in campo dalla Confederazione dei bieticoltori. Il biometano è una soluzione che ci interessa particolarmente sia perché, a differenza del fotovoltaico, ci consente di avere energia di continuità h24, ma anche perché, grazie all’utilizzo degli scarti dell’agricoltura e dell’allevamento, è un esempio virtuoso di economia circolare a filiera corta, che vogliamo sostenere».
Insieme ai big dell’agroalimentare “made in Italy”, Granarolo e Fruttagel, la Confederazione dei bieticoltori-CGBI ha avviato due progetti biometano distinti tra loro, con l’obiettivo di creare una filiera sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale, utilizzando esclusivamente matrici di origine vegetale/animale e sottoprodotti agroindustriali. CGBI sosterrà finanziariamente la realizzazione degli impianti. La gestione sarà invece affidata a società agricole consortili, costituite dai soggetti promotori, nell’intento di promuovere un modello di economia circolare, sostenibile e certificato capace di generare valore economico e ambientale. Tra le novità del progetto con Granarolo, il via libera entro fine anno all’iter autorizzativo per la costruzione di 3 impianti di biometano in Lombardia, tra Mantova, Cremona e Brescia.
«Il progetto sinergico con CGBI – sottolinea Danio Federici, vice presidente Granarolo – dà la possibilità anche agli allevatori di medie dimensioni della nostra filiera di poter conferire deiezioni animali a impianti di biometano in grado di generare reddito e digestato, un prezioso fertilizzante naturale. Puntiamo sempre più a un’economia circolare e a una sostenibilità della filiera, in ogni allevamento. La partenza della regione a più alta vocazione lattiero-casearia in Italia rappresenta un impegno in questa direzione».
Al convegno organizzato da CGBI è intervenuto Marco Ortu, presidente e amministratore delegato Bioenerys, società controllata al 100% da Snam s.p.a. che ha la missione di sviluppare infrastrutture per il biometano e promuovere questo green business con lo scopo di contribuire al raggiungimento dei target di decarbonizzazione: «La filiera del biogas può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra dovute alle attività del settore agroalimentare e alla decarbonizzazione del settore energetico nazionale coprendo un ruolo di primo piano nel processo di transizione ecologica».
La nuova unità di business di Snam fa leva sulle competenze e l’expertise delle sue due divisioni di business (Ambiente e Agri) che progettano, sviluppano e gestiscono impianti di biogas e biometano rispettivamente dalla frazione organica del rifiuto solido urbano (FORSU) e da scarti agricoli e della filiera agro-industriale.
«La missione di Bioenerys è quella giocare il ruolo di main player per la creazione del nuovo mercato del biometano in Italia, sfruttando la propria capacità e volontà di investimento, di fare sistema in tutta la catena del valore, soprattutto nel mondo agricolo e agroindustriale. Sarà quindi sempre più importante lavorare sulla sostenibilità di tutta la filiera: riducendo la distanza tra gestori di impianti e produttori di biomasse si riducono i costi e si aumenta l’efficienza».
Ha preso parte anche Piero Gattoni, presidente del CIB: «L’agricoltura si è imposta come uno degli attori principali nel percorso di transizione ecologica. Grazie al lavoro svolto in questi ultimi anni, lo sviluppo del biogas e del biometano agricolo rappresentano due asset strategici per il Paese per garantire autonomia alimentare, sicurezza energetica e tutela del territorio. Le opportunità legate allo sviluppo del biometano per favorire una produzione di oltre 4 miliardi di mc entro il 2026 e la prosecuzione della produzione di energia elettrica rinnovabile saranno il driver determinante per la transizione verso un modello circolare del settore primario. Per poter compiere questo percorso, ci attendiamo un quadro normativo che acceleri questo processo: migliorando l’efficacia dei prossimi bandi Pnrr sul biometano attraverso un adeguamento dei parametri tecnici ed economici per stimolare con efficacia gli investimenti e velocizzando l’emanazione della normativa attuativa sui prezzi minimi per la produzione di biogas. Un percorso agile che punti sul futuro delle bioenergie, che permetta al settore di poter esprimere tutto il proprio potenziale di sviluppo, ponendo come centrale il ruolo delle aziende agricole nella transizione energetica».
L’auspicio di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura: «È urgente accelerare lo sviluppo della produzione di energia rinnovabile nazionale. Anche alla luce di quanto previsto nel Repower Eu, dobbiamo promuovere una maggiore interazione tra fondi Pnrr, Politica di coesione e sviluppo e Piani di sviluppo rurale». Senza dimenticare il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima che, per Giansanti, «nel percorso del suo aggiornamento è opportuno che dia sufficiente spazio alle agroenergie così da permettere al settore primario di contribuire al raggiungimento degli obiettivi del 2030». Per il presidente sono tre i prossimi essenziali passi: «assicurare la prosecuzione degli impianti a biogas non convertibili a biometano; incentivare i piccoli impianti anche per il 2023; rivedere gli incentivi Pnrr per il biometano ed eliminare le verifiche di sostenibilità per gli impianti sotto i 2 MWt».