Addio urea nel 2028? Tre soluzioni da Syngenta

Il panorama agricolo italiano è di fronte a un cambiamento significativo: a partire dal 1° gennaio 2028 sarà vietato l’impiego dell’urea nelle regioni del Bacino Padano (Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte).
Questa decisione è relativa al secondo ambito di intervento del “Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria 2025-2027” che riguarda l’agricoltura.

Syngenta Biologicals logo Il divieto ha il fine di incentivare l’impiego dei fertilizzanti organici e dei fertilizzanti di sintesi chimica alternativi. Dato che la sostituzione dell’urea con altro fertilizzante minerale di nuova generazione o organico, comporterebbe un maggior onere per le imprese agricole di almeno 150 euro a causa dei maggiori costi della materia prima e delle tecniche di distribuzione dei fertilizzanti, è prevista l’attivazione di specifici interventi cofinanziati dal FEASR nell’ambito del Piano strategico nazionale 2023-2027.

Soluzioni innovative per mantenere la produttività

Questo scenario incentiva ulteriormente la ricerca di soluzioni innovative da mettere a disposizione degli agricoltori per mantenere la produttività e la sostenibilità.
In questo contesto, l’azoto, elemento fondamentale per la crescita vegetativa e l’accumulo di proteine nelle colture, assume un ruolo ancora più strategico.
Le limitazioni all’uso dell’azoto ureico, dettata da ragioni ambientali rendono indispensabile l’adozione e l’integrazione di approcci alternativi.
Qui entra in gioco la microbiologia: i batteri promotori della crescita delle piante (PGPB) offrono un’opportunità preziosa. Alcuni ceppi batterici sono infatti capaci di fissare l’azoto atmosferico direttamente nelle piante, rendendolo immediatamente biodisponibile. Questo processo non solo garantisce un apporto nutritivo, ma contribuisce anche a ridurre le perdite di concime e a stimolare la produzione di sostanze metabolicamente attive nella pianta, come acido indolacetico e acido gibberellico.

La linea Syngenta a base di Azotobacter salinestris

Syngenta risponde a queste nuove esigenze con la sua linea di prodotti a base di Azotobacter salinestris ceppo CECT 9690, un batterio azotofissatore esclusivo.
Prodotti come Nutribio N®, Naturbat N™ e Rhizosum N™ sono fertilizzanti di origine naturale, formulati in polvere, che agiscono su tre fronti:

  • fissazione biologica dell’azoto a livello fogliare e radicale,
  • riduzione delle perdite di azoto,
  • induzione alla produzione di sostanze metabolicamente attive nella pianta.

Il ceppo CECT 9690 è un batterio endofitico, in grado di vivere all’interno dei tessuti vegetali e di resistere a condizioni avverse come temperature estreme, salinità e pH non ottimali, rimanendo attivo fino a 60 giorni.

Come si utilizzano i formulati

L’applicazione è semplice ed efficiente: 50 grammi per ettaro, diluiti in 200-300 litri d’acqua, possono essere integrati con i diserbi di post-emergenza per cereali (tra inizio accestimento e inizio levata) e mais (tra 3 e 6 foglie), evitando passaggi aggiuntivi in campo.
Questi formulati, compatibili con la maggior parte degli agrofarmaci, possono apportare l’equivalente di 30-35 unità di azoto per i cereali a paglia e 50-60 unità per il mais, offrendo una soluzione concreta per una concimazione più sostenibile ed efficiente.