La sostenibilità è oggi una condizione imprescindibile per la produzione agricola. Per il grano italiano, significa adottare pratiche che riducano l’impatto ambientale, migliorino la salute del suolo e preservino le risorse idriche. Le tecniche di agricoltura rigenerativa, l’uso mirato di fertilizzanti organici e organo-minerali e di agrofarmaci, assieme all’integrazione della tecnologia digitale (come l’agricoltura di precisione), sono strumenti fondamentali.
Allo stesso tempo, un frumento sostenibile non può prescindere da una filiera equa e redditizia: i produttori devono essere messi nelle condizioni di ottenere un giusto compenso per il loro lavoro.
Occorre contrastare le speculazioni, rafforzare i contratti di filiera e valorizzare il prodotto nazionale anche attraverso strumenti come il marchio di origine, il prezzo minimo garantito e la diversificazione dei canali di vendita, inclusi quelli diretti e digitali.

Questo, in sintesi, quanto emerso dalla ormai tradizionale giornata di incontro tra i tecnici delle aziende e i produttori agricoli, organizzata da Produttori Sementi Polesani (PSP) in campo presso l’az. agr. Guidi e in sala presso l’agriturismo Oasi Bianca di Codigoro (Ferrara).
Bartolomeo Amidei, senatore della Repubblica e membro della Nona Commissione permanente (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare), ha sottolineato come il concetto di filiera sia, e sarà sempre di più, di importanza centrale per il grano tenero italiano, che soffre da una parte di costi di produzione al limite della marginalità e, dall’altra, degli effetti su rese e qualità tecnologica del clima che cambia. Arnaldo Bovolenta, titolare della PSP, si è riallacciato al discorso del senatore, evidenziando come le varietà di frumento tenero su cui puntare oggi siano quelle studiate appositamente per rispondere alle esigenze dell’industria di trasformazione: «frumenti che uniscano rese elevate a caratteristiche tecnologiche, come W o P/L, in linea con le richieste di pastifici e panifici e con quelle dei disciplinari di coltivazione orientati alla sostenibilità ambientale, come la Carta del Mulino di Barilla».
Strategie agronomiche mirate per rese, qualità e redditività
Ecco che, per arrivare a raccolti quanti-qualitativamente in linea con le richieste del mercato, le strategie di difesa e di nutrizione delle colture devono essere efficaci anche in condizioni meteorologiche estreme, come quelle di quest’annata, caratterizzata da una piovosità decisamente fuori dalla media in Pianura Padana.

Andrea Angeli, di Corteva, ha evidenziato come nel 2025 il doppio trattamento fungicida con Inatreq Active™ alla foglia a bandiera contro le malattie fogliari e in pre-fioritura contro la fusariosi della spiga abbia salvato i frumenti in molte situazioni. Giovanni Piubello, di Diachem, ha sottolineato come gli effetti di Pentac 5 ALA, fertilizzante NPK con acido 5-aminolevulinico (ALA), molecola in grado di accelerare i processi fotosintetici, abbiano in molti casi aiutato le colture a uscire dagli stress causati dagli eccessi idrici in campo.
Franco Franceschetti, di ED&F Man, ha ricordato come i fertilizzanti azotati liquidi con inibitori della nitrificazione siano stati particolarmente efficaci quest’anno nell’evitare fenomeni di dilavamento, al contrario di quelli in granuli. Sempre sul tema della nutrizione, Roberto Bonotto, di Fomet, ha ricordato quanto sia sempre più importante arricchire il suolo di sostanza organica per mitigare gli effetti del clima che cambia e per permettere alle colture di partire con il piede giusto. I fertilizzanti consigliati da Fomet, ricchi in azoto e sostanza organica selezionata, sono progettati proprio con questi obiettivi.
Il ruolo del credito
La sostenibilità economica in agricoltura ha bisogno, oltre che delle corrette strategie agronomiche, anche di credito, ha detto Paolo Zangirolami, responsabile commerciale di Banca Adria Colli Euganei, che però deve essere costruito su misura delle esigenze delle diverse realtà agricole del territorio.
L’importanza di aggregarsi
In conclusione dell’incontro, Chiara Dossi, presidente della sezione cereali alimentari di Confagricoltura Veneto, e Massimo Chiarelli, direttore di Confagricoltura Rovigo, hanno rimarcato l’importanza dell’aggregazione, oltre che di filiera, per i cerealicoltori veneti. Se da un lato solo chi mette in campo le strategie agronomiche più efficaci riesce a resistere in un mercato dominato da prezzi volatili e da una concorrenza spietata del prodotto estero, dall’altro fare economia di scala tra aziende – magari con reti d’impresa per l’acquisto dei mezzi tecnici o la condivisione di macchine e attrezzature – potrebbe aiutare molto. La logica, in sostanza, è quella di ragionare di più in termini «agroindustriali» che, più semplicemente, «agricoli».
Lorenzo Andreotti