Agrofarmaci addio: la tutela della natura secondo l’UE

Destinare il 30% delle terre e il 30% dei mari a aree protette, tagliare l’uso degli agrofarmaci del 50% e quello dei fertilizzanti del 20%, e aumentare le superfici agricole coltivate con metodo biologico dall’8% ad almeno il 25%.

Sono queste alcune delle indicazioni più importanti contenute nella strategia sulla biodiversità che la Commissione europea dovrebbe presentare il 20 maggio: per la crescita verde e contro le pandemie si deve «riportare la natura nelle nostre vite». È questo il titolo del documento.

Con la metà del Pil globale, circa 40.000 miliardi, che dipende dalla tenuta degli ecosistemi, proteggere la natura è anche un affare. Così la Commissione presenterà un elenco di impegni, la maggior parte dei quali da realizzare entro il 2030 e a livello Ue, per invertire la tendenza alla perdita di diversità biologica. Ad esempio piantare tre miliardi di alberi e intensificare la lotta al traffico di animali selvatici, legato all’insorgenza del Covid-19 e altre malattie simili.

La comunicazione prevede anche un’iniziativa per investire capitali pubblici e privati per 10 miliardi in 10 anni su natura ed economia circolare. Ce ne vorrebbero 20 l’anno, si legge nel documento, solo per le aree protette. Almeno una parte, è l’idea della Commissione, dovrebbero venire dalla quota del 25% del bilancio 2021-2027 che già oggi la Bruxelles propone di destinare all’azione per il clima. Sempre che i leader dei 27 Paesi lo approvino.

La strategia dovrebbe vedere la luce dopo diversi rinvii, l’ultimo dei quali per lo sconquasso provocato dal nuovo coronavirus a tutti i livelli. Il documento prende le mosse proprio dalle lezioni della pandemia, legata come altri morbi (Sars, Aviaria, Ebola) alle interferenze dell’uomo con la natura, in particolare il commercio illegale di specie selvatiche.

Per contrastare questo fenomeno, la Commissione intende inasprire le norme sul commercio di avorio nel 2020 e varare un nuovo piano d’azione sul commercio illegale di animali entro il 2022.
La biodiversità dovrebbe anche essere «un elemento centrale» del Piano per la ripresa da lanciare contro la crisi economica causata dal Covid-19. Tra gli altri obiettivi annunciati: Piani urbani per il verde in tutte le città con più di 20.000 abitanti entro il 2021 e l’uso del 10% della superficie agricola Ue per creare paesaggi ad alta diversità collegati tra loro, in modo da formare infrastrutture verdi.

La Commissione punta anche alla «liberazione» dalle barriere di 25.000 chilometri di fiumi a livello Ue e a un buono stato di tutte le acque superficiali e sotterranee entro il 2027.