Prove tecniche di interprofessione per Convase

frumento tenero

«L’adesione al Convase (Consorzio per la valorizzazione delle sementi) da parte di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle Cooperative agroalimentari e Assosementi è un forte segnale di attenzione al “seme” quale strumento fondamentale per la produzione agricola. Inoltre, riporta l’attenzione sull’importanza di un confronto continuo tra il mondo produttivo agricolo e quello sementiero, dalla ricerca sino alla produzione e commercializzazione delle sementi».

Parole di Eugenio Tassinari, presidente di Convase, secondo il quale l’accordo stretto a Roma lo scorso 26 febbraio è la conclusione di un lungo percorso ma anche l’inizio di un altro, come ci spiega lui stesso in questa intervista.

Presidente Tassinari, quali sono i prossimi punti in programma?

Abbiamo deciso di costituire all’interno del Convase, a fianco delle tre sezioni Orto, Concia di qualità e Seme di qualità, un «Comitato di indirizzo e salvaguardia» al quale aderiscono le organizzazioni sopra citate che sarà il «seme», appunto, del tavolo interprofessionale.

Eugenio Tassinari, presidente di Convase

Al centro della discussione c’è già una situazione di mercato che vede l’utilizzo del seme certificato solo su circa il 50% delle superfici coltivate a specie autogame. Verrà quindi condiviso e predisposto un piano di promozione mirato a far comprendere agli agricoltori quanto il seme certificato sia prima di tutto di loro interesse.

Questo accordo rappresenta quindi un tassello fondamentale per l’ulteriore sviluppo del vostro progetto «Seme di qualità».

Certo, è l’elemento a mio avviso fondamentale per incentivare l’utilizzo di seme che certifica qualità e sicurezza che oggi il sistema di certificazione ufficiale non è grado di garantire al produttore. La certificazione ufficiale si limita a condizioni minime di qualità, non incentiva e promuove miglioramento.

L’adesione delle Associazioni va vista anche in un’ottica di collaborazione futura orientata alla ricerca comune di soluzioni che aiutino gli agricoltori italiani a rispondere alle richieste di sostenibilità ambientale dell’UE.

Sì, in modo particolare se consideriamo che per troppi anni mondo agricolo e sementiero non si sono confrontati e, per certi aspetti, la ricerca sementiera si è impegnata di più nel dare risposte al mercato che prestare attenzione alle esigenze produttive di campo.

Dobbiamo quindi lavorare uniti, avviare un rapporto di collaborazione che veda una risposta comune alle richieste del mercato, alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza dei prodotti alimentari, argomenti oggi di elevato interesse per il mondo agricolo.

Ritiene che la riduzione della burocratizzazione annunciata dal nuovo Governo potrà contribuire ad agevolare il sistema della certificazione del seme, che negli ultimi cinquant’anni non è mai stato rivisto e adeguato?

Ciò che è avvenuto alcune settimane fa, proprio in coincidenza della conferenza stampa di ufficializzazione dell’adesione delle Organizzazioni al Convase, rende la risposta molto complessa.

Come da tempo auspicato, si è finalmente avuta l’occasione per aggiornare e ri-organizzare in un testo unico tutta la normativa sementiera, leggi, decreti e circolari, una montagna di provvedimenti accumulati in 50 anni di attività. Dopo un anno di lavoro e condivisione di tutte le parti interessate alla materia, si è finalmente arrivati alla stesura del nuovo testo.

Inaspettatamente, durante l’iter parlamentare di approvazione del provvedimento, è stata inserita all’insaputa di tutte le forze che hanno condiviso il nuovo testo, una clausola che mina alla base tutta la normativa sementiera, con nostro sgomento e stupore.

Da un lato quindi la «politica» chiede condivisione e collaborazione, dall’altro se guardiamo a quanto successo, ci risulta difficile credere che chi ci deve guidare e indirizzare lo faccia veramente con l’intento di far crescere il settore.

Tornando alla sburocratizzazione?

È un indirizzo assolutamente condivisibile, oltre che quanto mai necessario, perché l’attuale impianto che forzatamente si deve muovere nell’alveo delle direttive comunitarie, è eccessivamente rigido e non più in grado di rispondere alle esigenze di un settore altamente specializzato e dinamico qual è quello sementiero.

Mi auguro pertanto che vi sia l’effettiva volontà di procedere nella direzione di una minore burocrazia che consenta al settore di rimanere al passo con i tempi non solo nell’interesse del mondo sementiero, ma anche più in generale per il progresso dell’agricoltura
italiana.

Lorenzo Andreotti