Luc Vernet, perché è giusto rimandare la riforma della Pac

Luc Vernet, tra i fondatori del think tank Farm-Europe, spiega perché l’Europarlamento fa bene a rallentare sui tempi di approvazione della riforma della Pac. La proposta della Commissione “non è innocua”, dice Vernet, e per migliorarla ci vogliono “tempo e riflessione”. Filmato a Bruxelles il 21 febbraio 2019.

Domanda

La commissione agricoltura dell’Europarlamento voterà i regolamenti della riforma della Pac a inizio aprile, vuol dire che è praticamente impossibile che i testi arrivino in plenaria prima della fine della legislatura.

Risposta

Adottare la posizione dell’Europarlamento prima della fine della legislatura era una missione impossibile per gli eurodeputati. All’inizio del mandato dell’attuale commissario europeo una riforma non era prevista, si doveva mettere a regime la riforma precedente. Solo molto tardi la commissione europea ha deciso di presentare una comunicazione e, meno di un anno fa, dei testi di regolamento che delineano una riforma che non è irrilevante.

Faccio un esempio che è concreto malgrado la complessità dell’architettura della proposta di riforma. La Commissione europea propone di avere 27 sistemi di controllo e audit differenti degli agricoltori [uno per ciascuno Stato membro], con potenziali problemi di distorsione della concorrenza, associati a due livelli supplementari di controllo sui risultati conseguiti dalla Pac. Il primo per misurare la performance su base annuale e il secondo su base poliennale.

Questi due livelli si basano su indicatori che, in realtà, non sono affatto indicatori di performance. Al contrario, si limitano a contare le misure fatte. Eppure tutto il lavoro che dovrebbe essere fatto per essere credibili quando si parla di una Pac orientata alla performance e ai risultati conseguiti, dovrebbe basarsi sul proporre dei veri indicatori di performance.

Credo che la decisione degli eurodeputati di posticipare il voto alla prossima legislatura e la loro volontà di approfondire la proposta della Commissione europea rifletta la presa di coscienza sul fatto che ci troviamo di fronte a una riforma che non è innocua, ma che necessita di tempo e riflessione per essere ben calibrata, per mantenere una politica che sia davvero comune e con una visione chiara dei bisogni dei sistemi agricoli e degli agricoltori europei.