Il dibattito sul nuovo biotech in Europa, due agricoltori bio a confronto

Doppia intervista sulle nuove biotecnologie applicate all’agricoltura a Alfred Grand (filmata filmata alla conferenza CRISPRCon di Wageningen il 20 giugno 2019) e Thor Gunnar Kofoed, (filmata a a Bruxelles il 3 luglio 2019).

Alfred GrandAlfred Grand

Alfred Grand è un agricoltore bio austriaco che oltre all’azienda agricola ha anche una società che produce fertilizzante biologico da lombrichi. Crede nell’innovazione ma ha molti dubbi sulle nuove tecniche di selezione e incrocio.

Thor Gunnar Kofoed

Thor Gunnar Kofoed rappresenta l’undicesima generazione di una famiglia di agricoltori danesi attiva dal 17° secolo e di recente è diventato il presidente del gruppo di lavoro sui semi del Copa-Cogeca. Coltiva sia con metodo bio che convenzionale e crede che le nuove tecniche di selezione e incrocio come l’editing del genoma siano un’opportunità per gli agricoltori.


Domanda

Cos’è l’innovazione per un agricoltore biologico come lei?

Risposta di Grand

L’innovazione ha una parte importante in ciò che facciamo. Non ho solo un’azienda agricola bio, ma anche un’altra che produce fertilizzante biologico da lombrichi. Questo non è necessariamente innovativo, perché imitiamo semplicemente la natura. Il sistema è lo stesso di 700 milioni di anni fa, noi abbiamo trovato le giuste tecnologie e il metodo per riprodurre il lavoro della natura. Questo è il tipo di innovazione che usiamo nella nostra attività.

Risposta di Kofoed

Appartengo all’undicesima generazione di una famiglia di agricoltori che ha cominciato l’attività nel 1642, e per me innovazione significa stare al passo con la domanda e i bisogni della società. Ecco perché faccio sia agricoltura bio che agricoltura convenzionale. In entrambi i casi cerco di usare sempre le conoscenze più aggiornate e le tecnologie più nuove. Perché la questione è semplice: senza nuove tecnologie e nuovi saperi non possiamo sopravvivere.

Domanda

Cosa pensa delle nuove biotecnologie applicate all’agricoltura?

Risposta di Kofoed

Penso che siano necessarie perché se vogliamo soddisfare i bisogni della società abbiamo bisogno delle varietà migliori. Sul il bio, c’è un problema di rese basse, che non vengono compensate dal prezzo premium. Nel convenzionale la chimica aiuta a colmare il divario. Ma le nuove varietà sono il solo modo per superare i fitofarmaci e per continuare a usare il metodo biologico nel futuro. Per fare questo abbiamo bisogno di queste nuove tecnologie.

Risposta di Grand

Al momento non le [le nuove biotecnologie] vedo nell’agricoltura bio. L’Austria poi è un caso particolare, dove anche per gli agricoltori convenzionali non ha molto senso perché abbiamo creato un mercato di nicchia e oggi per esempio esportiamo mais ogm free negli Stati Uniti, dove è quasi impossibile produrlo. Insomma, per gli agricoltori austriaci essere ogm free è un’opportunità.

Domanda

Cosa risponde a chi dice che le nuove biotecnologie permettono di ottenere più rapidamente risultati che già oggi sono raggiungibili con il breeding convenzionale?

Risposta di Grand

Ci sono sicuramente alcuni aspetti da approfondire e sviluppare ulteriormente. Ma non dobbiamo limitarci a discutere di selezione varietale e del seme in sé. Ci sono anche i rischi connessi al dominio del 60% del mercato dei semi da parte di un gruppo molto ristretto di imprese.

Risposta di Kofoed

Queste nuove tecnologie sono meno costose e più facili da usare, anche per selezionatori di piccola scala. Se non complichiamo tutto con una legislazione troppo onerosa potremmo avere una specie di tecniche a libero accesso, utilizzabili anche da piccole e medie imprese, e un’offerta di varietà molto ampia, così che un agricoltore come me possa trovare varietà specifiche che siano adatte alla mia azienda, alla mia regione e alla mia zona climatica.