Vite: come intervenire contro la botrite

botrite della vite

La muffa grigia o botrite (Botrytis cinerea) è una delle malattie fungine più diffuse in agricoltura, capace di interessare un vasto numero di piante coltivate, orticole e arboree, tra cui la vite.

In vigneto la botrite può provocare seri problemi, non tanto agli organi verdi quanto ai grappoli, causando elevate perdite di produzione e danneggiando in modo irreparabile il profilo qualitativo dell’uva.

Gli acini affetti da questo fungo parassita vengono depauperati del loro contenuto polifenolico e zuccherino, i mosti che ne conseguono faticano a fermentare e i vini sono facilmente soggetti alla casse ossidasica (imbrunimento, formazione di iridescenza superficiale e alterazione del sapore del prodotto).

I vigneti più colpiti

Questa malattia fungina colpisce soprattutto i vigneti siti in zone umide e mal esposte, e gli impianti di notevole vigoria in cui la parete fogliare molto affastellata ostacola la circolazione della luce e dell’aria.

Anche la cultivar rappresenta un fattore molto importante per il progredire di questa malattia: le varietà a grappolo compatto presentano maggiore suscettibilità di quelle a grappolo spargolo.

Come intervenire

Numerose pratiche agronomiche, quali la concimazione azotata e la gestione della parete fogliare, unite alle scelte d’impianto (portinnesto, sesto d’impianto, giacitura e sistema di potatura), contribuiscono a prevenire gli attacchi di botrite.

Nonostante tutto, in seguito a condizioni climatiche predisponenti la malattia piuttosto che a ferite prodotte da tignole o grandinate, il ricorso a interventi di tipo chimico può risultare necessario.

Efficacia dell’antibotrico a base di fenexamide

In una sperimentazione condotta nel 2016 dai Centri di saggio Sagea SR e Agrea, rispettivamente sui territori viticoli di Piemonte e Veneto, l’antibotritico a base di fenexamide 42,8%, applicato nella sola fase di pre-chiusura del grappolo, ha dato ottimi risultati contro la botrite, garantendo una buona protezione del grappolo in entrambi gli areali di prova.

In passato si era riferito della necessità di anticipare la cosiddetta fase BBCH di pre-chiusura per l’applicazione dell’antibotritico, meglio se associata a sfogliatura; nell’ottica di questi risultati sarebbe interessante proseguire nello studio sia dell’efficacia sia della residualità dei posizionamenti anticipati degli antibotritici di sintesi chimica (più verso BBCH 69-71 che BBCH 77).

Il tema è sempre più sentito dalle cantine e la possibilità di inserire un unico trattamento chimico precoce potrebbe essere il giusto compromesso a garanzia di protezione dalla botrite e assenza di residui.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 25/2017
Efficacia di fenexamide contro la botrite della vite
di D. Ronco, P. Viglione, G. Posenato