Per l’UE il nuovo biotech può aiutare l’agricoltura sostenibile

L’applicazione all’agricoltura delle biotecnologie di ultima generazione, come l’editing del genoma, «ha il potenziale per contribuire agli obiettivi di una produzione agroalimentare più resiliente e sostenibile, come l’uso ridotto di risorse naturali o fertilizzanti. Ma «è anche importante continuare in parallelo tutti gli altri sforzi per migliorare le pratiche agricole che riducono l’inquinamento chimico e le emissioni di gas serra».

Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans aprendo i lavori della conferenza europea sulle nuove tecniche genomiche.

«L’evento di oggi segna una pietra miliare nel dialogo sulle Nuove Tecniche Genomiche (in Italia chiamate TEA, tecniche di evoluzione assistita). Il dialogo deve essere inclusivo, trasparente e basato su prove, con riflessioni che rappresentano una diversità di opinioni che ci aiuteranno a fare un altro passo avanti un’agricoltura sicura e sostenibile nell’Ue» ha aggiunto Timmermans.

«Non intendiamo proporre una deregolamentazione – ha detto Stella Kyriakides, commissaria competente sul dossier NGT – , nella nostra valutazione di impatto abbiamo identificato diverse opzioni, quel che è certo che sulla sicurezza non faremo compromessi».

Di terza rivoluzione «della conoscenza e della vita, dopo la meccanizzazione e l’agrochimica» ha parlato il ministro francese Julien Denormandie, che si è detto «determinato a far avanzare il dossier» nel semestre di presidenza francese (gennaio-giugno 2022) «anche se le proposte legislative arriveranno dopo».

Su quest’ultimo aspetto Pierre Bascou della DG Agri della Commissione ha confermato che ciò potrà avvenire non prima del 2023.