Per il miele italiano un 2022 in crescita

alveari

Nonostante l’impatto negativo dei fenomeni meteo di inizio primavera e soprattutto nonostante la siccità estiva, la produzione nazionale di miele torna a salire rispetto alle recenti annate calamitose con un valore stimato tra le 23.000 e le 26.000 tonnellate. Nel 2021, una delle peggiori annate di sempre, la produzione era stata di circa 12.500 tonnellate. Tuttavia l’impennata dei costi di produzione dovuta alla crisi energetica pesa sul bilancio complessivo delle aziende.

Il dato emerge del report dell’Osservatorio nazionale miele reso noto nell’ambito di Apimell, la manifestazione dedicata al settore apistico in svolgimento a Piacenza da oggi al 5 marzo.

Sul fronte del mercato, rileva l’Osservatorio, permangono diverse criticità: diminuzione progressiva dei prezzi all’ingrosso del miele italiano anche a causa del calo dei prezzi del miele estero, andamento negativo dei consumi e conseguente contrazione della domanda di acquisto di miele da parte dei confezionatori, con la formazione di giacenze oltre la quantità considerata fisiologica a fine anno.

Nel 2022, secondo i dati sulle vendite di fonte Ismea, risultano commercializzati sul mercato nazionale circa 14.746 tonnellate di miele, per un valore di 149 milioni di euro, con una dinamica su base annua negativa in volume (-4,1%) e leggermente positiva in valore (+1,3%). Rispetto ai volumi c’è stata quindi una diminuzione delle vendite su base annua rispetto al 2021.
Sul fronte dell’importazione si continua a registrare un aumento degli approvvigionamenti dalla Cina e una diminuzione dal Sud America, Argentina in particolare.

Per quanto riguarda il quadro complessivo del settore, sono 72.020 gli apicoltori in Italia, di cui 53.464 producono per autoconsumo (74% del totale) e 18.556 sono apicoltori con partita Iva che producono per il mercato (26% del totale).
Gli apicoltori italiani detengono in totale 1.573.967 alveari e 208.138 sciami (totale 1.782.105). Il 79% degli alveari totali (1.247.467) sono gestiti da apicoltori che producono per il mercato.

Si conferma il costante aumento del numero complessivo degli alveari registrato negli ultimi 5 anni che possiamo ipotizzare sia imputabile soprattutto al progressivo aggiornamento e stabilizzazione della Banca Dati Nazionale, ma anche all’andamento produttivo negativo che induce gli apicoltori ad incrementare il numero di alveari gestiti per sopperire al calo delle rese produttive. Nel 2022 questo aumento riguarda in particolare gli alveari commerciali, mentre risultano in diminuzione rispetto al 2021 gli alveari detenuti ai fini dell’autoconsumo.