MaxiMaize: il parere degli agricoltori Chiaro e Franciosi

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MaxiMaize agricoltori Chiaro e team Syngenta
I fratelli Luca e Marco Chiaro (primo e secondo da destra) con il team Syngenta

Energia è una parola chiave per Luca Chiaro, titolare dell’azienda agricola «F.lli Chiaro» a Vallo di Caluso (Torino) e socio dell’impianto biogas «Agrinord Energia», per il quale fornisce il trinciato di mais.

«Quest’anno abbiamo seminato circa 15 ha con MaxiMaize® – spiega Chiaro – ed è stata un’esperienza decisamente positiva. L’annata è stata molto buona e stimiamo una produzione di trinciato attorno ai 250 q/giornata piemontese (circa 650 q/ha), ma per noi la resa non è meno importante del potere metanigeno, che dipende sì dall’andamento dell’annata, ma soprattutto dalla genetica degli ibridi.

Ho notato che nei diversi campi seminati con la combinazione MaxiMaize® la produzione è stata costante, osservazione questa che mi è stata confermata anche dalle analisi in tempo reale eseguite dal NIR montato sulla trincia. Anche questa è stata un’esperienza molto utile – continua Chiaro – perché ci si rende conto di come possono variare i valori della qualità del trinciato in campo, anche in zone molto vicine tra loro. Il NIR installato dai tecnici Syngenta ha effettuato una lettura ogni 2 secondi, registrando più di 800 analisi/ha.

Abbiamo raccolto un’enorme quantità di dati che saranno molto utili per capire come varia la qualità del trinciato e come possiamo gestirla attraverso la giusta scelta della combinazione di ibridi.

MaxiMaize agricoltori Franciosi
Massimo e Carlo Franciosi

«Ho notato una netta differenza rispetto agli ibridi convenzionali, soprattutto in termini di tenuta della pianta. In questi giorni sto trinciando per il pastone integrale e normalmente, con ibridi seminati a marzo, avrei già finito più di una settimana fa, ma il MaxiMaize® è ancora bello verde». Questo il commento di Carlo Franciosi, titolare assieme al figlio dell’azienda agricola «Franciosi Massimo e Carlo» a Ossago Lodigiano (Lodi), dove quest’anno ha seminato circa 35 ha della combinazione SY 711M (135 giorni, la scelta ideale per chi opera in condizioni di media variabilità e vuole seminare un ciclo pieno in primo raccolto). «L’annata è stata eccellente per il mais nella mia zona – continua Franciosi – ha piovuto nei momenti giusti e le rese sono superiori rispetto alla media, ma devo dire che la combinazione MaxiMaize® ha ottenuto un risultato migliore degli ibridi singoli. Raccogliendo per il pastone integrale ho raggiunto, e spesso superato, le 27 t/ha al 30% di umidità.
In azienda trattiamo da sempre contro piralide e diabrotica per avere la massima sanità possibile, ma la scelta degli ibridi resta centrale per portare in trincea un prodotto di alta qualità nutrizionale e il più omogeneo possibile.

L’esperienza di quest’anno mi ha dimostrato che inserire più ibridi in uno stesso appezzamento è una scelta giusta; evidentemente le piante rispondono in modo differente ma positivo alle diverse condizioni del terreno.