Piraccini: parte da Macfrut la riflessione per un nuovo modello di filiera

Macfrut non è solamente un Salone espositivo, è piuttosto il momento dell’anno in cui si affrontano le criticità e si tratteggiano le prospettive della filiera italiana dell’ortofrutta da consumo fresco. Abbiamo incontrato Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera, per un confronto a 360 sul futuro del comparto e di come Macfrut contribuisce alla costruzione di questo futuro.

Presidente qual è l’andamento del comparto?

Nonostante la filiera ortofrutticola dimostri un certo dinamismo, la produzione ortofrutticola è in sofferenza. I dati dell’export sono positivi per quanto riguarda il valore, abbiamo toccato il record con oltre 6 miliardi di export, in volume perdiamo quote di mercato. Il problema coinvolge la struttura produttiva nazionale, che purtroppo risulta in contrazione in termini di superfici e quantità prodotte, a causa di una «crisi» di competitività legata a costi di produzione in aumento e vincoli «operativi» sempre più stringenti.
È necessario aprire una riflessione a tutto tondo perché la difficoltà non riguarda solo l’Italia, ma tutti i Paesi dell’Unione.

Serve un nuovo modello europeo per l’ortofrutta?

Certo. Il modello va ripensato, gli aggiustamenti non sono sufficienti. Tutta la regolamentazione comunitaria sull’ortofrutta è stata concepita in un momento di surplus produttivo, quando l’UE era un esportatore netto. Il regolamento 1035 sull’Ocm ortofrutta serviva a evitare che i surplus produttivi non mettessero in ginocchio le filiere, oggi invece siamo importatori netti. Ci sono alcuni Paesi come l’Italia e soprattutto la Spagna che evidenziano una bilancia commerciale positiva, ma anche queste realtà mostrano dati relativi all’import in forte crescita. Abbiamo toccato con mano quanto sia strategico essere autosufficienti sul fronte delle filiere alimentari sia durante la pandemia, sia poi con la guerra Russia-Ucraina e, infine, con l’avvento della politica dei dazi di Donald Trump.

Ci sono ambiti nei quali bisogna intervenire urgentemente?

No, dobbiamo uscire dalla logica emergenziale e affrontare tutte le criticità del comparto in maniera sistematica per elaborare una strategia di rilancio a livello europeo. Vanno affrontate le questioni del cambiamento climatico, che porta con sé la disquisizione sulla scarsità di agrofarmaci disponibili per la protezione delle colture e della reciprocità con i Paesi extra UE, dell’emergenza idrica, della carenza di manodopera, visto che questo è il comparto con maggior intensità di lavoro tra quelli agricoli e del credito necessario agli investimenti indispensabili a perseguire la transizione ecologica e digitale dell’agricoltura. Va ripensata la politica europea sulle trattative commerciali finalizzate a incentivare l’export.
Oggi se la Cina tratta con l’UE le condizioni per esportare i propri prodotti in Europa accede automaticamente a tutti i mercati dei singoli Paesi, ma ogni singolo Stato membro deve invece affrontare una trattativa diretta con ogni Paese di destinazione. È evidente che si tratta di un sistema inefficiente. Questi aspetti toccano i produttori ortofrutticoli di tutti i Paesi europei.

Ci sono opportunità di crescita per il comparto?

Finita l’era dell’ammasso Aima e della distruzione dei surplus, i prezzi dei prodotti ortofrutticoli sono mediamente interessanti, la domanda è sostenuta e alcune filiere, quelle che hanno saputo innovare, in particolar modo sul fronte varietale e uscire dall’area delle commodity, come ad esempio le fragole, hanno colto i frutti di questo cambiamento strutturale del rapporto tra domanda e offerta.
I fragolicoltori oggi traggono generalmente soddisfazione dal loro lavoro, mentre le filiere dove è più difficile innovare sono in difficoltà.

Macfrut come si colloca all’interno della filiera e come può aiutare le imprese a cogliere le opportunità?

La manifestazione è una grande vetrina internazionale dell’ortofrutta italiana nel mondo e i dati sono in forte crescita per numero di espositori e visitatori specializzati lo dimostrano. E questo vale non solo per i prodotti ortofrutticoli, ma per l’intera filiera.
L’Italia esporta, in particolare fuori Europa, macchine per l’orticoltura e la frutticoltura, biosoluzioni, tecnologie di post-raccolta, ecc. per un valore pari a tre volte quello della produzione agricola. Per questo Macfrut fin dal principio si caratterizza per un approccio che guarda agli interessi della filiera.
E per offrire agli operatori, soprattutto delle medie imprese, la possibilità di toccare con mano l’innovazione del comparto, dalla vivaistica alle tecnologie per la lavorazione dei prodotti ortofrutticoli, abbiamo strutturato l’evento in Saloni altamente specializzati avvalendoci di professionisti riconosciuti a livello nazionale e internazionale per le competenze nelle singole materie. La novità di quest’anno è «The Healthy Food Show» sul quale puntiamo molto per un approccio all’ortofrutta molto diverso da quello tipico delle commodity.