L’agricoltura nel Milleproroghe: servono modifiche

La direzione data dal Governo al nuovo decreto Milleproroghe è quella giusta, ma ci sono alcuni ulteriori interventi che Confagricoltura ritiene siano fondamentali per le aziende del settore primario. Sono sei le proroghe che il direttore generale della Confederazione, Annamaria Barrile, ha richiesto di inserire nel decreto legge durante l’audizione presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio del Senato.

La prima serve a scongiurare il dimezzamento dell’aliquota agevolata prevista dalla misura Transizione 4.0, di cui Confagricoltura chiede la proroga anche per l’anno in corso. Un provvedimento necessario per continuare a incentivare la propensione agli investimenti delle imprese agricole nel percorso di transizione tecnologica ed ambientale.

Di fondamentale importanza per la filiera è anche la proroga al 2023 dell’applicazione della compensazione del 9,5% sul calcolo dell’Iva per le cessioni di bovini e suini vivi.

Poi, quest’anno scade l’incentivo stabilito in legge di Bilancio 2020 per il triennio 2020-2022 destinato agli investimenti in colture arboree pluriennali come oliveti, vigneti e frutteti e Confagricoltura chiede che gli incentivi in favore delle imprese agricole soggette alla determinazione del reddito d’impresa vengano rinnovati anche per il prossimo triennio.

Importante anche l’estensione fino al 30 giugno 2023 della validità dei certificati di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari in scadenza nel 2022, per garantire al sistema della formazione il tempo necessario a smaltire il grande numero di autorizzazioni in attesa di rinnovo.

La Confederazione chiede anche la proroga delle misure di sostegno per il comparto olivicolo per l’annualità 2023, alla luce degli effetti devastanti della Xylella fastidiosa.

Infine, la proroga della revisione delle macchine agricole per i veicoli immatricolati entro il 31 dicembre 1983 e attualmente obbligati al rinnovo entro il 30 giugno 2021. La proroga dell’obbligo è necessaria per due ragioni: l’impossibilità di rispettare la scadenza a causa della mancanza del quadro di riferimento; l’impatto organizzativo ed economico che il nuovo adempimento può avere sulle imprese.