Emilia-Romagna: cronaca di un disastro

Foto: ANBI

Quattordici morti e miliardi di euro di danni: il bilancio, purtroppo provvisorio, dell’alluvione in Emilia-Romagna si fa sempre più pesante sia in termini di vite umane che di conseguenze economiche in tutti i settori.

Per quanto riguarda l’agricoltura, Coldiretti stima in 5.000 le aziende agricole sommerse da acqua e fango, con numerosi animali affogati nelle stalle oltre a decine di migliaia di ettari allagati di vigne, kiwi, susine, pere, mele, ortaggi e cereali.

Confagricoltura Emilia-Romagna parla di danni fino a 6.000 euro a ettaro per i seminativi (grano, orzo, mais, soia, girasole, erba medica, orticole e colture da seme) e 32.000 euro a ettaro per frutteti, vigneti e oliveti, inclusi raccolti persi e costo dei reimpianti. Il calcolo non comprende però le ripercussioni su scorte, strutture, macchinari e neanche le anticipazioni di liquidità finalizzate a far ripartire l’attività.

Inoltre le operazioni colturali, segnala Confagricoltura, sono sospese, in un momento cruciale dell’annata agraria, pure i trattamenti andando così ad aumentare il rischio di fitopatie future. Chissà se e quando riusciremo a gustare la frutta estiva di questo distretto produttivo particolarmente vocato.

A Boncellino di Bagnacavallo (Ravenna) il fiume Lamone è esondato due volte in quindici giorni. L’acqua ha invaso l’80% dei campi di Luigi Bosi, vicepresidente dei Giovani di Confagricoltura Emilia Romagna, spazzando via ortaggi prossimi alla raccolta e allagando una ventina di ettari di viti e alberi da frutto (peri, meli, peschi e ciliegi). «La furia del fango ha sradicato interi filari – racconta – i campi non sono accessibili. In questa situazione è impossibile riprendere l’attività agricola. L’unica certezza è che non riuscirò a salvare tutte le mie piante».

Parla di «produzione del 2023 compromessa» un colosso come Agrintesa, cooperativa dal cuore produttivo in Emilia-Romagna con oltre 9.000 ettari di frutteti e 7.000 di vigneti e più di 4.000 aziende agricole socie. Oltre il raccolto perduto si teme per gli impianti produttivi e per l’occupazione. «In Agrintesa lavorano 2.000 dipendenti – precisa il direttore Cristian Moretti – e c’è forte preoccupazione per la tenuta occupazionale. Non sappiamo quando potremo ritornare a livelli ordinari di operatività, considerate le perdite significative della produzione».

Dopo aver annunciato la sospensioni dei pagamenti, e gli ammortizzatori sociali per gli operai agricoli, il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida precisa che il calcolo effettivo dei danni per il settore si potrà fare solo nei prossimi giorni e per questo il Consiglio dei ministri è convocato martedì prossimo.

Nel frattempo al via la raccolta dei fondi con la spesa solidale alla Coop e tramite il conto corrente di Cia-Agricoltori Italiani per dare un contributo concreto alle imprese del comparto, travolte da allagamenti e frane (Causale «Cia per l’alluvione in Emilia-Romagna IBAN: IT72P0538703202000003845011).