Danni da fauna selvatica: allo studio misure più incisive

«Siamo al lavoro per un pacchetto di misure volte a rendere più incisivi gli strumenti di contrasto all’incremento delle popolazioni di ungulati selvatici». Lo ha dichiarato il sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe L’Abbate rispondendo in Senato a due interrogazioni parlamentari in Senato sull’incremento della popolazione di fauna selvatica e dei relativi danni arrecati ad agricoltori e cittadini.

«È importante evidenziare, però, che le competenze in materia sono regionali e, infatti, alcune regioni stanno regolamentando il prelievo di selezione degli ungulati appartenenti alla specie cacciabili anche al di fuori dei periodi e degli orari previsti dalla legge 157/92 attraverso la predisposizione di adeguati piani di abbattimento selettivi».

I piani, secondo quanto previsto dalla legge 248/2005, sono vagliati dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e tenendo conto dell’esigua consistenza del personale delle Amministrazioni regionali e provinciali, prevedono anche il coinvolgimento di altre figure specializzate che vengono autorizzate ad effettuare attività di controllo numerico delle specie faunistiche.

«Pertanto – prosegue Giuseppe L’Abbate – invito le Regioni che vivono maggiormente questa problematica a redigere questi piani così da contenere il fenomeno». «Al contempo, con la proposta di legge 982 Semplificazioni agricole, in discussione alla Camera, abbiamo raggiunto un accordo normativo per introdurre misure volte ad agevolare ulteriori interventi di contenimento, tra cui l’ampliamento dell’arco temporale nel quale è autorizzata la selezione».

«Per quanto concerne il risarcimento dei danni alle imprese agricole causati dalla fauna selvatica, per le aree protette è stato approvato dalla Commissione europea il 21 novembre 2019 il regime di aiuti previsto dal Mipaaf, mentre per le aree non protette si attende l’emanazione di un provvedimento a firma congiunta Agricoltura-Ambiente, attualmente all’esame del Ministero dell’Ambiente».

«Si valuta, infine, – ha concluso L’Abbate – la possibilità di individuare un fondo nazionale che vada a coadiuvare i fondi regionali per far fronte ai danni causati dalla fauna selvatica, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica».