Il XIX Congresso Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali entra nel cuore tematico con la giornata del 6 novembre pensata per dare voce a quelle competenze altamente qualificate che presidiano il comparto agroalimentare e selvicolturale in un contesto che stimola l’elaborazione di idee per rispondere efficacemente alle sfide presenti.
In coerenza con l’avvio alla FAO, che nella giornata del 5 novembre ha inquadrato il dibattito tra bioetica, sostenibilità e transizioni tecnologiche, la seconda giornata rilancia una visione aperta e comparativa che mette in relazione le esperienze nazionali e internazionali di scenario con le case history del settore agroalimentare e selvicolturale.
Un confronto strutturato che consente alla professione di apprendere dal paragone, trasferire buone pratiche e restituire al Paese soluzioni concrete, scalabili e misurabili.
Boschi, biodiversità e resilienza degli ecosistemi
Il percorso odierno, ospitato al Campidoglio, si è aperto proprio con un focus su uno dei temi d’attenzione, ovvero quello dei boschi e delle foreste: resilienza degli ecosistemi, gestione attiva, filiere del legno e presidio della biodiversità diventano il banco di prova per una professione che sa integrare scienza ed esperienza sul campo. La sessione ha valorizzato il ruolo degli agronomi e dei forestali nell’anticipare i cambiamenti e nell’accompagnare le transizioni, ponendo le basi per un dialogo strutturato con istituzioni, ricerca e corpi sociali.
Presentato il protocollo che allinea politiche pubbliche e professione
In questo quadro, la presentazione del protocollo MASAF–DISR3/CONAF segna un passaggio simbolico: l’allineamento tra politiche pubbliche e responsabilità professionale e il riconoscimento dell’eccellenza come motore di miglioramento continuo.
Nel prosieguo, l’attenzione si è spostata sui nuovi sistemi produttivi sostenibili tra qualità e sicurezza del cibo, uso efficiente delle risorse, economia circolare e innovazione digitale, tutti temi che vengono letti nella cornice di una competitività di lungo periodo che deve saper conciliare conservazione e sviluppo.
Infine ha fatto seguito un approfondimento sulla transizione ecologica nella pianificazione urbana, dove la cultura agronomica e forestale entra nel cuore delle città con infrastrutture verdi, nature-based solution, suolo e acqua: la qualità dell’abitare e la giustizia ambientale diventano così criteri per progettare spazi più resilienti e inclusivi in cui la capacità di leggere i sistemi viventi e di governarne le interdipendenze tra urbanistica, scienza ed ecologia qualificano il contributo degli agronomi e dei forestali.
Il commento del presidente Uniformi
“Le trasformazioni che stiamo vivendo, così repentine, inattese e radicali hanno cambiato la realtà a cui credevamo di essere abituati e dobbiamo essere consapevoli che la cambieranno ancora.

Ecco perché dico che è passato il tempo delle soluzioni ordinarie, del qui e ora. Adesso serve uno sguardo più lungimirante” – ha dichiarato il Presidente CONAF Mauro Uniformi, introducendo una giornata altamente partecipata.
Il Congresso proseguirà con la sua giornata conclusiva, domani 07 novembre, sempre al Campidoglio, dove il sapere tradizionale si intreccerà con la capacità di analisi delle informazioni e delle nuove tecnologie.



