Che c’entra Vandana Shiva con la scienza?

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L’annuncio da parte del ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti di voler inserire la nota attivista indiana Vandana Shiva in un Consiglio scientifico sullo sviluppo sostenibile «per accompagnare il potenziamento di una didattica scolastica con una impronta ecologista» ha suscitato una vera e propria levata di scudi da parte del mondo scientifico.

La Seta (Scienze e tecnologie per l’agricoltura) ha scritto che «È impensabile che in un Paese occidentale avanzato come il nostro ci si possa avvalere proprio presso il Ministero dell’università e della ricerca scientifica della consulenza di Vandana Shiva sul tema dello sviluppo sostenibile: le idee da lei espresse, infatti, portano al più ad un sottosviluppo insostenibile, per la popolazione e per l’ambiente insieme».

Di Vandana Shiva si ricordano le numerose bufale antiscientifiche diffuse negli anni: ultima quella sulla xylella per combattere la quale, ha sostenuto la Shiva, bastava abbracciare gli olivi malati e smetterla di usare prodotti chimici che sono la vera causa della malattia.

Gli scienziati appartenenti alle principali società scientifiche italiane invitano il ministro Fioramonti «a riconsiderare l’annunciata decisione di avvalersi presso il suo Ministero della consulenza di un siffatto soggetto che risulta del tutto incompatibile con l’esercizio di quella funzione che sarebbe chiamata a svolgere».