Sono migliaia gli agricoltori italiani che stanno manifestando pacificamente in queste ore a Bruxelles contro la proposta della Commissione europea di ridurre del 25% i fondi della Politica Agricola Comune (Pac) e di accorparli in un fondo unico. Una misura che, secondo le organizzazioni agricole, mette a rischio la sicurezza alimentare di 400 milioni di cittadini e la sopravvivenza di migliaia di imprese. Per l’Italia il taglio ammonterebbe a 9 miliardi, mentre per l’intera Ue si parla di 90 miliardi.
A questo si aggiunge la protesta anche contro l’accordo Mercosur, definita da più parti come una decisione irresponsabile di Von der Leyen che provocherà il tracollo della produzione agroalimentare europea, favorendo un boom di importazioni da Paesi (quelli appunto aderenti al Mercosur), privi degli stessi standard su utilizzo di agrofarmaci, protezione ambientale e diritti dei lavoratori.
Coldiretti: deriva autocratica della von der Leyen
Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo hanno denunciato la “deriva autocratica” della Commissione guidata da Ursula von der Leyen, accusata di voler sottrarre risorse all’agricoltura per finanziare spese militari. “Le guerre e i conflitti commerciali di questi ultimi anni hanno fatto emergere la centralità del cibo e la necessità di sviluppare filiere agroalimentari quasi autonome. La Cina, nell’ultimo vertice esteso a Russia, India e Brasile, ha posto la filiera alimentare al top delle priorità. Gli Usa, con il Farm Bill, destinano all’agricoltura risorse quadruple rispetto all’Europa – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini.
E l’Ue? Taglia i fondi in maniera folle: 90 miliardi in meno, 9 miliardi solo per l’Italia.
Tra i cartelli esposti dai manifestanti: “Von der Leyen go home”, “Contro i contadini non si governa”, “Affamate chi vi sfama”. Coldiretti ha presentato un manifesto programmatico che chiede il mantenimento di risorse certe per la Pac, l’etichettatura obbligatoria con indicazione del Paese d’origine e l’abrogazione della regola sul codice doganale. L’associazione denuncia anche la burocrazia Ue e propone progetti territoriali per promuovere stili alimentari sani, mercati contadini e mense scolastiche basate su prodotti locali.
Confagricoltura: noi garantiamo sicurezza alimentare
“Abbiamo rimarcato alla presidente von Der Leyen i motivi per cui gli agricoltori oggi sono in piazza. Noi da tempo stiamo dicendo che l’agricoltura è un settore fondamentale e strategico ed è diventato un asset strategico per l’Unione Europea e come tale va gestito sia in termini di attribuzione delle risorse economiche del budget sia più in generale come visione”. Lo ha detto il presidente del Copa Cogeca e di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, al termine di un incontro con la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, nel giorno della protesta degli agricoltori europei contro la proposta di Pac post 2027 e l’accordo Ue-Mercosur.
“Noi oggi garantiamo la sicurezza alimentare: il mercato europeo è il principale mercato al mondo e lo dobbiamo mantenere, non possiamo aprire il nostro mercato a chiunque voglia arrivare senza avere i nostri standard di produzione. Abbiamo investito molto e oggi chiediamo reciprocità in tutti gli accordi commerciali”.
Armi davanti al cibo
“Siamo in piazza per dire no a un’Europa che svende l’agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell’Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270.000 aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro”. Questo l’appello del presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla grande manifestazione a Bruxelles, con 10mila produttori e centinaia di trattori provenienti da ogni parte del continente.
In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione “Ursula, basta bugie”, con cartelli che parlano chiaro: “Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell’agricoltura”, “Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo” e “Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi”.
Compromesso al ribasso
Alla protesta hanno partecipato anche Legacoop Agroalimentare, Copagri e Fedagripesca Confcooperative.
“Non vogliamo una proposta con minori risorse e minore autonomia strategica alimentare”, ha affermato Cristian Maretti (Legacoop), mentre Tommaso Battista (Copagri) ha parlato di “un compromesso al ribasso che mette a rischio la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale”. Raffaele Drei (Fedagripesca) ha denunciato la “totale assenza di una visione strategica” e la scelta di delegare la politica agricola ai singoli Stati, rinunciando all’unica vera politica comune europea.
Il mondo agricolo chiede un’Europa “più coraggiosa, meno ideologica e più vicina ai problemi reali”, capace di garantire cibo sano, reddito agli agricoltori e tutela del territorio.
“Siamo arrabbiati e vogliamo essere ascoltati”, è il messaggio che risuona dalle strade di Bruxelles, mentre cresce la preoccupazione per il futuro dell’agricoltura europea e per la sovranità alimentare del continente.








