Rotoimballatrici a camera variabile sul mercato italiano

Le rotoimballatrici a camera variabile sono definite anche a cuore duro per la modalità con cui avviene la formazione della balla.

In queste macchine infatti, il sistema di compressione è costituito da cinghie (da 4 a 6) o da barre mantenute in tensione da appositi rulli e cilindri; a mano a mano che il foraggio viene raccolto e introdotto nella camera viene subito in contatto con il sistema di compressione.

Il successivo sviluppo della rotoballa è sottoposto a un gradiente di compressione regolabile (fino a valori indicativi di 140-180 kg/m³ di sostanza secca) a seconda dell’utilizzo. 

Recenti sviluppi hanno introdotto la possibilità di creare una precamera di compressione che inizia ad accumulare foraggio durante la legatura e lo scarico della balla precedente consentendo di lavorare non-stop con una riduzione dei tempi di lavoro di circa 15-18 secondi per balla (con diametri di 1,2-1,3 m).

L’utilizzo delle tecnologie digitali è presente anche nelle rotoimballatrici a camera variabile con sistemi già in commercio per la comunicazione ISO-Bus, in grado di monitorare l’intero processo di raccolta, integrare sensori o dispositivi aggiuntivi (ad esempio telecamere di controllo) e interagire con il trattore.

L’articolo si completa con una rassegna delle caratteristiche tecniche di modelli di rotopresse a camera variabile, di 14 marchi di costruttori, presenti sul mercato nazionale.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Mad – Macchine Agricole Domani  n. 4/2020
Focus su rotoimballatrici a camera variabile
di C. Bisaglia
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