Pac: il Fondo unico sembra inevitabile

I ministri dell’agricoltura si sono incontrati a Bruxelles per una lunga maratona di colloqui, ma cresce la consapevolezza che gran parte del lavoro delle prossime settimane sarà in patria e non a Bruxelles. Prima di tutto sul bilancio.
Il commissario all’agricoltura Christophe Hansen si è tenuto sul vago. «Consapevoli dei vincoli di bilancio», ha detto, «è fondamentale trovare un equilibrio» per garantire «prevedibilità e stabilità per i settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura, attraverso un bilancio che tenga conto delle loro esigenze». Vago per forza.
L’idea del Fondo unico all’interno della Commissione non è più oggetto di dibattito, è la strada già tracciata.
La questione a cui lavorano i vari servizi della Commissione maggiormente coinvolti, in particolare coesione e agricoltura, ormai non è tanto scongiurare l’ipotesi del megafondo, ma limitare i danni.

Consiglio agricoltura esautorato

Sul regolamento «omnibus» per ridurre gli oneri burocratici della politica agricola si sta consumando un paradosso.
I ministri dell’agricoltura che spingono da un anno per la semplificazione – per le Amministrazioni prima che per gli agricoltori – si vedranno sfilare la competenza sul regolamento ad hoc.
Se ne occuperà il Consiglio affari generali (Cag), che include ministri degli esteri e degli affari europei, e si occupa della preparazione del bilancio dell’Unione e dei vertici dei leader UE, come delle questioni relative all’allargamento.
Tagliando corto, per la posizione finale dell’Italia vuol dire che conterà più Tajani di Lollobrigida.

Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 20/2025
Il Fondo unico sembra inevitabile
di A. Di Mambro
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