La diffusione dei sensori nelle stalle del Veneto

Nell’ambito di un progetto di ricerca europeo è stata realizzata un’indagine negli allevamenti del Veneto che si propone di sviluppare nuovi strumenti di selezione genetica del bovino per aumentarne la resilienza e l’efficienza.

L’indagine è stata condotta nel 2017 in collaborazione con i tecnici dell’Associazione regionale degli allevatori del Veneto tramite un questionario che è stato sottoposto agli allevatori di vacche da latte. Il documento ha raccolto sia dati generali riguardanti l’allevamento sia informazioni più specifiche riguardo la presenza in azienda di sistemi di monitoraggio automatico della mandria.

In particolare, i tipi di sensori che potevano essere presenti sono stati divisi in due categorie: quelli per il controllo di parametri legati alla produzione di latte e quelli per il monitoraggio di variabili legate alla sfera riproduttiva/comportamentale delle bovine. Sono stati elaborati in totale 964 questionari aziendali, che rappresentano circa l’84% degli allevamenti di vacche da latte controllati nel Veneto; la dimensione aziendale rilevata è stata estremamente variabile, oscillando tra 10 e 662 vacche.

In totale, il 42% degli allevamenti che hanno partecipato all’indagine è dotato di almeno un sistema di monitoraggio automatico della mandria; la produzione individuale di latte e l’individuazione dell’estro sono i parametri più frequentemente registrati.

Questi risultati sono in linea con la situazione rilevata da altri studi in Europa , che giustificano con un favorevole rapporto costo/beneficio la scelta degli allevatori di investire per monitorare principalmente i due parametri sopra citati.
La proporzione di allevamenti in cui vengono monitorati indicatori più sofisticati (ad esempio il tempo di ruminazione, gli allarmi mastite, la geolocalizzazione, ecc.) o anche solo in cui viene monitorato l’estro in modo automatizzato è tuttavia decisamente inferiore rispetto alla situazione di altri Paesi europei.

Questo può essere legato alla minore diffusione dei robot di mungitura in Italia (che normalmente sono in grado di monitorare un numero maggiore di parametri), ma anche al fatto che probabilmente la diffusione della sensoristica nel nostro Paese è ancora in evoluzione. Dal monitoraggio è emerso che circa il 71% delle aziende dove è presente almeno un tipo di sensore alleva più di 50 vacche e la proporzione di allevamenti dotati di sensori tende ad aumentare in funzione alla crescita delle dimensioni aziendali.

Nonostante la diffusione dei sensori negli allevamenti possa essere stata leggermente sottostimata a causa dell’assenza dal campione di alcune aziende di più grosse dimensioni, è evidente come l’installazione di sistemi (più sofisticati) di monitoraggio automatico della mandria si renda quasi necessaria oltre una certa soglia di dimensione aziendale. Questo sia per sopperire alla maggior domanda di tempo e manodopera, sia perché l’investimento per l’acquisto del sensore deve essere giustificato da un sufficiente numero di animali allevati.

 

Tratto dall’articolo pubblicato sul supplemento Stalle da Latte a L’Informatore Agrario n. 40/2020
I sensori in stalla: indagine su quali e quanti sono
di Isabella Lora, Flaviana Gottardo, Giulio Cozzi
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