Suinicoltura: serve un patto di filiera

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Le Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna hanno chiesto che sia convocato il Tavolo nazionale dedicato alla suinicoltura con l’obiettivo di sottoscrivere un patto di filiera.

«Il settore suinicolo è in grande difficoltà – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura lombardo Fabio Rolfi – e non può trovarsi in una situazione di grande litigiosità, frammentarietà e senza una visione comune di fronte alla possibilità di intercettare i pochi fondi messi a disposizione dal Governo per le filiere in crisi».

Da qui l’appello di Rolfi a sottoscrivere un patto di filiera tra gli attori del comparto per condividere obiettivi a breve e medio periodo «con l’intento – ha aggiunto l’assessore – di sostenere il settore ripartendo il valore tra i diversi livelli del comparto. Occorre sostegno al comparto delle cosce marchiate, quindi dei circuiti di qualità, ma bisogna immaginare anche produzioni ulteriori che consentano di ridurre i volumi dei prosciutti mandati a crudo, ragionando sulla smarchiatura a cotto, e di promuovere con la Grande distribuzione organizzata il consumo di carne di suino italiano».

La richiesta della convocazione del tavolo nazionale viene anche dal mondo produttivo: il presidente della Federazione di prodotto suinicoltura di Confagricoltura Lombardia, Stefano Salvarani ha dichiarato che «le nostre imprese hanno subito in questi mesi un calo del 45% del prezzo dei suini e questo non è più sostenibile; non abbiamo avuto sostegno nelle nostre richieste da parte dei macellatori, mentre i prosciuttifici hanno lamentato la mancanza di richiesta di prosciutto stagionato e le difficoltà di vendita».

In questa situazione Confagricoltura Lombardia auspica la pronta convocazione del tavolo di filiera nazionale, «in modo – conclude Salvarani – che tutti gli attori si assumano le proprie responsabilità, sostenendo la produzione made in Italy, ripartendo le perdite di questa fase molto complessa e agendo a livello strutturale per il rilancio del settore».