Silomais di qualità, fondamentale lo stoccaggio in trincee ben dimensionate

Uno dei punti cardine di sistemi foraggeri efficienti è quello di abbinare la raccolta anticipata dei foraggi a metodi di conservazione in grado di minimizzare le perdite di sostanza secca, energia e proteina al fine di portare alla bocca dell’animale un alimento con una concentrazione energetica e proteica simile a quella delle colture al momento della raccolta.

L’insilamento è sicuramente una tecnica in grado di garantire quest’efficienza, ma occorre pianificare e quantificare attentamente gli spazi necessari per lo stoccaggio. Occorrono molti metri cubi di sili aziendali e le trincee devono avere caratteristiche ben definite.

L’importanza di proporzioni e pareti aperte

Prima di tutto le dimensioni: larghezza e altezza delle pareti devono essere proporzionate al numero di animali da alimentare per garantire un avanzamento del fronte del silo che eviti l’innescarsi di fenomeni di deterioramento. Se si devono costruire nuove strutture è sempre bene preferire dimensioni contenute del fronte (che dipende dall’altezza delle pareti, ma soprattutto dalla larghezza della trincea), anche a fronte di una spesa un po’ più sostenuta, per riservarsi una maggiore flessibilità nella gestione degli insilati.

Se in azienda sono presenti trincee sproporzionate per dimensioni rispetto alla numerosità della mandria, uno dei primi investimenti da affrontare è sicuramente quello di adeguare le dimensioni, magari costruendo una parete per dividere una trincea grande in due più piccole che garantiscono maggiori margini di gestione e una maggior flessibilità. Meglio se le trincee sono aperte da entrambe le parti: questo consente di utilizzare tutto l’anno tutti gli spazi di stoccaggio.

Una trincea chiusa da un lato comporta sempre una serie di problematiche: deve essere consumata tutta prima di poterla riempire nuovamente oppure occorrono lavori aggiuntivi per ricollocare altrove la parte avanzata o, ancora, dover gestire insilati vecchi di due anni o più che rimangono sul fondo.

Trincee aperte su entrambi i lati consentono, invece, di riempire nuovamente il silo senza doverlo svuotare completamente, e quindi addossare il nuovo foraggio al fronte di prelievo e iniziare a consumare l’insilato dalla parte opposta. Questa pratica risulta particolarmente vantaggiosa nell’azienda che abbia ampie superfici investite a foraggere permanenti o pluriennali (prati ed erba medica), che richiedono un numero elevato di tagli durante la stagione.

Disporre di trincee aperte da entrambi i lati consente di stoccare la stessa quantità di sostanza secca in un volume quasi dimezzato, perché durante la stagione di raccolta si può riempire nuovamente la parte di trincea già consumata.

Naturalmente per alimenti o foraggi prodotti in piccole quantità o consumati da pochi animali è ormai consolidata la possibilità di ricorrere alle rotoballe fasciate tradizionali o alla nuova tecnologia di produzione di rotoballe ad alta densità ottenute con i compattatori (quali ad esempio Orkel, Goweil, ecc.). Meno consigliati i silobag (budelli), che a fronte di costi analoghi sono di più difficile gestione.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte  n. 1/2021
Un sistema foraggero dinamico è frutto di precise scelte gestionali
di E. Tabacco, F. Ferrero, S. Pasinato, G. Borreani, L. Comino, A. Revello Chion, L. Bertola, D. Giaccone
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