Ecoschema sul benessere animale: una corsa a ostacoli

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L’applicazione dell’Ecoschema sul benessere animale introdotto con la riforma della Pac 2023-2027 si sta rivelando piuttosto complicata. Negli ultimi mesi, si sono infatti susseguiti diversi provvedimenti normativi da parte del Ministero e di Agea che hanno provocato una certa confusione tra gli allevatori interessati ad accedere a questo intervento, nonostante il 2023 sia stato considerato un anno di applicazione transitorio. A seguito delle reiterate modifiche della normativa, il quadro della situazione che ne deriva è il seguente:

  • l’allevatore che intende accedere all’Ecoschema sul benessere animale per il 2023 è tenuto a rispettare l’impegno della riduzione del farmaco e, nello stesso tempo, presentare richiesta di adesione alla certificazione Sqnba e mandare al pascolo gli animali;
  • quest’ultimo impegno può essere soddisfatto soltanto dagli allevatori che nel proprio fascicolo aziendale hanno superfici agricole classificate come prato e pascolo permanente;
  • gli allevatori che seguono la prassi di pascolare gli animali su superfici foraggere temporanee (ad esempio gli erbai di graminacee, di leguminose e misti) non beneficiano dei contributi dell’Ecoschema, pur avendo fatto domanda nel corrente anno;
  • come precisato nella circolare di Agea coordinamento n. 40336 del 26 maggio 2023, gli allevatori privi di superficie dichiarata a pascolo nella domanda unica, possono comunicare al competente organismo pagatore i dati di riferimento (CUAA) di un altro agricoltore presso le cui superfici è esercitata l’attività di pascolamento.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 38/2023
Accedere agli aiuti dell’Ecoschema sul benessere animale, che fatica!
di E. Comegna
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