Allevatori del Friuli Venezia Giulia più forti del Covid

La recente assemblea dell’Associazione allevatori del Friuli Venezia Giulia svoltasi a Codroipo (Udine) ha fatto un bilancio sull’attività svolta nel difficile 2020.
«Non siamo ancora riusciti a superare definitivamente gli effetti della pandemia – ha detto il presidente, Renzo Livoni, in apertura dei lavori -, ma tutto sommato essi non hanno inciso pesantemente dal punto di vista dell’andamento economico finanziario».

Nonostante la tenuta complessiva, però, nel 2020 non sono mancati i problemi. Per quanto riguarda il latte, dai 39 centesimi di euro/L di febbraio, il prezzo pagato alla stalla è sceso a 34 centesimi di luglio e agosto. Venti stalle non hanno retto l’onda d’urto e, di conseguenza, hanno chiuso.

L’attività dell’Associazione a beneficio delle quasi 1.000 aziende associate, ha registrato la riduzione del numero delle bovine controllate, passate dai 35.506 capi del 2019 ai 33.022 del 2020. La percentuale del latte controllato in regione rimane però ad alti livelli: 2.172.559 sono, infatti, i quintali di latte monitorato nell’anno tramite i controlli funzionali, l’81,7% del totale di 2.657.733 quintali di produzione regionale complessiva.

Durante l’estate scorsa, infine, il Centro tori e stalloni di Moruzzo (Udine), oltre ad aver rafforzato il canale di esportazione del seme bovino con la Turchia, ha aperto un nuovo canale commerciale con la Cina, grazie a una partnership con Horizon Genetics, azienda che si occupa dell’esportazione del seme bovino in America e nel Far East. Le prime esportazioni sono state effettuate a cavallo tra il 2020 e il 2021 e, ora, si stanno implementando ulteriormente essendo trascorsi i 6 mesi di quarantena necessari per l’autorizzazione all’esportazione. Questo progetto dovrebbe, a regime, portare a un’esportazione di circa 300.000 dosi di seme l’anno.