Più trasformazione, export e aggregazioni: serve l’ocm latte

Giuseppe Guarneri, Presidente del Settore lattiero-caseario di Confcooperative Fedagripesca

La cooperazione raccoglie il 70% del latte italiano e ne trasforma il 40-45%. Ma all’interno dei circuiti dop, il peso dei caseifici sociali aumenta, raggiungendo, ad esempio, il 66% della produzione di Grana Padano e il 70% di Parmigiano Reggiano. Anche sul fronte dei prezzi medi di liquidazione, il sistema cooperativo fa la differenza con una remunera dal 5 al 10% superiore alle quotazioni del mercato.

Il margine realizzato dalle cooperative grazie alla trasformazione e alla commercializzazione infatti viene riversato sui soci, permettendo loro di investire nelle proprie imprese per restare sul mercato, presidiando i territori. Senza caseifici sociali in ampie aree della fascia montana e pedemontana la zootecnia sarebbe già sparita.

I numeri e il modello economico-sociale attribuiscono al mondo cooperativo un ruolo chiave nell’indirizzare lo sviluppo del settore lattiero-caseario italiano.
Questa consapevolezza ci impone di guardare al futuro con senso di responsabilità e ci costringe a individuare strategie per rafforzare il comparto anche attraverso la riorganizzazione del mondo cooperativo.
La cooperazione deve puntare a un’ulteriore professionalizzazione delle proprie risorse umane per garantire maggiore capacità di gestione del prodotto e un’organizzazione commerciale più efficace.

Il primo obiettivo è l’aumento della percentuale di latte trasformato, perché lì sta il valore aggiunto.
In secondo luogo, considerando la stabilizzazione del mercato nazionale della quota di consumo di formaggi duri, è evidente che va assecondata la tendenza degli ultimi anni all’aumento dell’export. Le cooperative in questo senso si stanno strutturando, anche costituendo o acquisendo società estere deputate esclusivamente alla commercializzazione.

C’è poi una questione legata agli investimenti in strutture aziendali moderne e di aggregazione tra imprese. In riferimento a quest’ultimo punto è necessaria però discontinuità rispetto al passato: l’aggregazione va programmata per migliorare la competitività, non improvvisata per risolvere i problemi di qualche cooperativa.

Per il mondo cooperativo gli obiettivi e la strada per raggiungerli sono chiari, ma serve uno strumento che consenta la programmazione e il sostegno agli investimenti, in altre parole che accompagni il comparto verso quella maggior competitività che serve per affrontare il futuro.

Per questo chiediamo alla politica un’Ocm latte al pari di quanto già accaduto per altri settori produttivi: la mid term review della Pac è il momento giusto per introdurre una nuova Ocm, l’Ocm latte.