L’incidenza del portinnesto sulla nutrizione in vigneto

La nutrizione riveste un ruolo fondamentale nell’attività fisiologica della vite e ha quindi un effetto importante sulla produzione di uva e sulla qualità dei vini prodotti.
Azoto, fosforo, potassio, calcio e magnesio sono assorbiti in elevate quantità e vengono quindi definiti macronutrienti. I micronutrienti come ad esempio il sodio, il ferro, il rame e il manganese sono invece assorbiti in bassi quantitativi, ma un’adeguata disponibilità è comunque fondamentale per le attività metaboliche della pianta.

Ogni nutriente riveste un ruolo specifico nell’attività fisiologica della vite, l’azoto ad esempio è utilizzato per la formazione di amminoacidi e quindi di proteine. Un eccesso di azoto porta a un vigore eccessivo della pianta causando uno squilibrio vegeto-produttivo con effetti negativi sulla maturazione dell’uva.

Al contrario una carenza di azoto si manifesta con un basso vigore e ingiallimento delle foglie, per poi ripercuotersi in bassi livelli di N nel mosto, limitando la crescita dei lieviti con conseguenti problemi in fase di fermentazione. Il potassio rimane nella pianta in forma libera per regolare gli scambi idrici e quindi il traporto di zuccheri.

La carenza di K si manifesta con arrossamento o imbrunimento dei margini fogliari e causa un ritardo nella maturazione dell’uva, mentre se in eccesso il pH del mosto aumenta a causa della salificazione dell’acido tartarico. La carenza di Mg, che si manifesta con ingiallimenti o arrossamenti internervali delle foglie, può causare il disseccamento del rachide con conseguente avvizzimento dell’uva. Anche i sintomi della ferro-carenza si manifestano con ingiallimenti tra le nervature fogliari e sono principalmente dovuti alla presenza di calcare nel suolo.

Il ruolo del portainnesto

Le carenze nutrizionali possono essere evitate o colmate dall’apporto di fertilizzanti. Tuttavia la viticoltura attuale, attenta alla sostenibilità delle produzioni, mira a limitare la quantità di fertilizzanti utilizzati migliorando l’efficienza di assorbimento dei nutrienti da parte della pianta.

L’assorbimento dei nutrienti è influenzato dall’estensione, dalla profondità e dalla densità dell’apparato radicale, mentre la loro traslocazione all’interno della pianta è controllata prevalentemente da ormoni prodotti a livello radicale.

Appare quindi evidente che la scelta del portainnesto, compiuta in fase di progettazione del vigneto, influisce direttamente sullo stato nutrizionale della vite, oltre che sulla tolleranza agli altri stress ambientali, giocando un ruolo chiave nella gestione sostenibile del vigneto per la sua intera durata.

L’effetto dell’ambiente

La serie di portainnesti composta da 35 genotipi è stata analizzata in due diversi campi sperimentali, allestiti tra il 2014 e il 2015 nelle località di Arcagna, nei pressi di Lodi, e di Riccagioia, in Oltrepò Pavese. I due siti presentano condizioni ambientali differenti sia a livello pedologico sia come andamento meteorologico. Il suolo di Riccagioia è di tipo argilloso-sabbioso e presenta una buona capacità di scambio cationico (CSC), mentre il sito di Arcagna si contraddistingue per suoli sabbiosi ma con un contenuto più elevato di sostanza organica.

Tuttavia, a causa di differenti quantità di precipitazioni registrate durante il periodo vegetativo (246 mm ad Arcagna e 169 mm a Riccagioia), la disponibilità idrica per le piante era superiore ad Arcagna che a Riccagioia.

Tra i due siti non sono state riscontrate differenze significative sui livelli medi di azoto nelle foglie, a differenza di fosforo e potassio che sono risultati maggiori ad Arcagna e di magnesio e calcio, assorbiti maggiormente a Riccagioia.

Tali differenze possono essere ascrivibili alle diverse caratteristiche dei suoli e alla diversa disponibilità idrica tra i due campi sperimentali. Le condizioni di crescita differenti tra i due siti hanno permesso di valutare il comportamento dei genotipi in diversi ambienti di coltivazione.

L’effetto del genotipo

Nei due campi sperimentali e nelle due fasi fenologiche sono state analizzate le concentrazioni dei nutrienti nelle foglie di ogni genotipo.  Il genotipo di controllo M2 ha mostrato un’elevata efficienza nell’assorbimento di N e come noto di Mg e K. I genotipi analizzati sono stati confrontati con M2 e quasi tutti hanno riportato livelli superiori di fosforo e calcio, 11 genotipi di magnesio e solo 3 sono risultati più efficienti nell’assorbire il potassio.  Tra K, Mg e Ca si verificano sinergie e antagonismi nell’assorbimento e ogni genotipo ha mostrato un’affinità particolare per uno di questi elementi:

  • 8 genotipi hanno mostrato maggiore affinità per il potassio (K), tra i quali il portainnesto M2;
  • 10 genotipi sono risultati più affini al calcio (Ca);
  • 13 genotipi hanno mostrato maggiore affinità per il magnesio (Mg);
  • 3 genotipi non hanno mostrato particolare affinità per nessuno dei tre nutrienti.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 2/2021
L’incidenza del portinnesto sulla nutrizione in vigneto
di D. Bianchi
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