I vantaggi della siepe

Negli ultimi 30 anni la viticoltura del nostro Paese è stata interessata da una serie di innovazioni che ne hanno profondamente modificato il profilo. Tra i principali cambiamenti, che hanno sancito un salto rispetto al passato, deve essere inclusa la contemporanea diffusione su ampia scala della meccanizzazione e dei sistemi di allevamento a essa compatibili.

Tra i sistemi di allevamento più innovativi attualmente disponibili spicca sicuramente la siepe a potatura semiminima, messa a punto all’Università di Bologna dal Professor Cesare Intrieri e dai suoi collaboratori. La siepe può essere considerata un’evoluzione del sistema a potatura minima, proposto e diffusosi in Australia, a partire dagli anni 80, in modo particolare nella regione viticola di Coonawarra, dove ha fornito buoni risultati su vitigni quali Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Sauvignon.

Il sistema a potatura minima australiano prevede in sostanza un cordone libero sottoposto a una potatura meccanica molto blanda, che asporta meno del 5-10% del legno prodotto ogni anno e lascia circa 650-700 gemme/metro.

Caratteristiche della siepe

Le interessanti caratteristiche morfologiche dei grappoli ottenute con la potatura minima – positive soprattutto per i vitigni a maturazione medio-tardiva e a grappolo compatto, come il Sangiovese – e l’opportunità di ridurre in maniera drastica i costi di potatura hanno tuttavia indotto i ricercatori dell’Università di Bologna a sviluppare un sistema che associasse a queste caratteristiche la possibilità di regolarizzare la produzione sotto il profilo quantitativo e qualitativo. Venne così concepito un nuovo sistema di allevamento in parete assimilabile a una siepe, da cui il nome, in grado di consentire una potatura meccanica rapida ma più severa rispetto a quella minima australiana, in modo da permettere l’attivazione dei meccanismi di autoregolazione in grado di equilibrare le rese.

La struttura prevede  3 fili oppure coppie di fili distanti 25 cm, ovvero una parete di soli 50 cm; il primo filo è collocato a 100 cm dal suolo, per un’altezza complessiva della struttura pari a 150 cm.

I cordoni di una vite sono posizionati sulla prima coppia di fili mentre quelli della vite contigua sono posizionati sulla seconda coppia, e da essi si dipartiranno tralci che raggiungono il terzo filo (oppure una coppia di fili) e che divengono essi stessi parte della struttura permanente delle viti

Una caratteristica importante della siepe è quella di ridurre la compattezza dei grappoli, che comporta una minore incidenza dei marciumi. Questa caratteristica rende la difesa fitosanitaria più semplice e migliora la sostenibilità ambientale di questo sistema di allevamento, a cui contribuisce positivamente anche il limitato numero di ingressi in campo che richiede per la gestione della chioma.

Tra gli aspetti positivi deve essere considerata anche la possibilità della siepe di essere abbinata a vitigni con caratteristiche differenti; la potatura integralmente meccanica, che lascia capi a frutto di differente lunghezza (potatura mista), rende la siepe compatibile anche con vitigni a fertilità basale medio-scarsa, mentre la sua struttura e gestione permettono di abbinarla alle diverse varietà a prescindere dal portamento della vegetazione che presentano.

Nel prendere in considerazione la siepe è comunque bene tenere presente che si tratta di un sistema di allevamento giovane, ancora in evoluzione, e soprattutto di un sistema regolato da logiche che si discostano sostanzialmente da una gestione tradizionale, che devono essere comprese e accettate dal viticoltore, a partire da quelle di carattere puramente estetico. Al fine di limitare lo spogliamento della parte bassa della parete molta fiducia viene riposta nell’ultima versione di questo sistema di allevamento, ovvero quello con 2 livelli di vegetazione ottenuti da viti diverse, che però è ancora in fase di sperimentazione.

La siepe è già stata adottata, seppur su superfici ancora contenute, in diverse aree produttive e per diversi vitigni, tra i quali rientrano Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Ancellotta, Lambrusco salamino, Lambrusco Grasparossa, Lambrusco Maestri, Pinot grigio, Pinot bianco, Glera, Trebbiano romagnolo e Solaris.

 

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 6/2020
I vantaggi della siepe
di R. Castaldi
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