Fertilizzare il vigneto, operazione mai banale

Esiste oggi una maggiore consapevolezza nell’impostare i piani di concimazione rispetto al passato, quando si proponevano «ricette» quasi universali e non sito-specifiche.

Negli ultimi anni si sono acquisite maggiori conoscenze relative alla fisiologia (dinamiche di assorbimento, accumulo e ripartizione dei nutrienti nelle diverse specie e asportazioni annue), ci si basa su dati relativi allo stato nutrizionale (tramite stima indiretta con SPAD o diagnostica fogliare) e vegetativo delle piante (tramite indice NDVI – Normalized Difference Vegetation Index), si considera il grande effetto esercitato dal tipo di suolo, nonché l’interazione con la sua modalità di gestione (inerbimento o lavorazione) e si tiene maggiormente conto della grande variabilità esistente nelle diverse annate.

Le asportazioni dei vari organi

La conoscenza delle dinamiche di ripartizione dei diversi elementi nei vari organi fornisce informazioni utili sui tempi e sulle modalità migliori per la somministrazione degli elementi, ovvero sul momento ottimale in cui intervenire con la fertilizzazione per poter coprire i fabbisogni reali delle piante evitando carenze anche temporanee che possono parzialmente compromettere le qualità delle produzioni.

A tale riguardo, ad esempio, al fine di favorire la presenza di alcuni elementi nelle fasi di massima richiesta da parte della pianta o lo stoccaggio di altri nelle parti permanenti della pianta, si interviene proponendo supplementi e/o trattamenti ad hoc più precoci o tardivi frazionando la distribuzione.
In generale in viticoltura i quantitativi presenti negli organi annuali rappresentano la quota minima necessaria da restituire, sebbene spesso si considerino solo le asportazioni prelevate con l’uva.

Fenologia e restituzione dei nutrienti

Il frazionamento è particolarmente necessario per l’azoto, il nutriente più utilizzato dalla vite.
La crescita dei germogli annuali sostanzialmente dipende dalla disponibilità di tale elemento e l’eventuale sua carenza si ripercuote nella riduzione del numero di grappoli e nella dimensione degli stessi, vista la competizione che si instaura tra carico produttivo e crescita vegetativa.

Il bilancio azotato all’interno della pianta (differenza tra input e output) dipende sia dalla domanda da parte della pianta (massima nel periodo di intensa crescita vegetativa, già anche subito dopo il germogliamento e fino a poco prima dell’invaiatura, quando l’azoto serve per la sintesi delle proteine nelle bacche in attiva divisione cellulare) sia dalla capacità di assorbimento da parte delle radici. L’assorbimento dipende dalle riserve accumulate l’anno precedente e dal periodo di massima crescita radicale che avviene nel corso della stagione vegetativa con due picchi, il primo in pre-fioritura e il secondo dopo la raccolta. Pertanto, un adeguato programma di rifornimento azotato dovrà essere effettuato in base a tali esigenze fisiologiche.

La variabile suolo e i macroelementi

Il ruolo del suolo è decisamente prioritario nelle modificazioni degli assorbimenti da parte delle piante in esso coltivate, sia in termini di maggior disponibilità in funzione della tipologia di substrato sia in relazione alla tessitura, alla profondità del suolo e al contenuto di acqua (AWC – Available Water Content).
La presenza di idromorfia, soprattutto su substrati alluvionali, riduce i valori di azoto, magnesio, manganese e zinco, mentre fa aumentare quelli di potassio e calcio.

Carenza di potassio su vitigno a bacca rossa

Le variazioni medie dei valori nelle foglie oscillano tra il 20% (nel caso di manganese, azoto e magnesio) sino a valori superiori (calcio e potassio), raggiungendo anche il 50% nel caso dello zinco.

Più la profondità utile di suolo è elevata, parametro che è correlato positivamente con la riserva idrica, maggiori sono gli assorbimenti e le relative concentrazioni di potassio nella pianta.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 32/2022
Fertilizzare il vigneto, operazione mai banale
di Duilio Porro
Per leggere l’articolo completo abbonati a L’Informatore Agrario