Danni da freddo in vigneto: prevenzione e azione

La vite, quando è ben lignificata, è in grado di tollerare temperature invernali che raggiungono anche −16, −17 °C, quindi situazioni climatiche che nelle zone viticole tradizionali vengono difficilmente oltrepassate.
Per prevenire i danni da gelo invernale è pertanto fondamentale che alle soglie dell’inverno la vite sia perfettamente lignificata, con contenuti idrici nelle gemme non superiori al 40%, grazie alla sospensione dell’attività vegetativa a tempo opportuno e con apparato fogliare efficiente per il tempo più prolungato possibile.

Danni da gelate invernali

I danni da gelo si verificano con abbassamenti termici (intorno ai -15°C) nel periodo di dormienza della pianta. Gelate eccessive possono provocare problemi alle gemme e comportare danni irreparabili qualora danneggino il cambio.

Accertati i danni da freddo conviene quantomeno ritardare la potatura secca. Al limite, per superfici viticole contenute, converrà anche attendere il germogliamento per potare una volta verificata l’esatta entità dei danni.
In caso di forti danni, soprattutto nei vigneti giovani, il rimedio migliore consiste nel riprendere dal basso le piante colpite, che appena al disopra del punto d’innesto o nella parte bassa del fusto, ricacciano normalmente con diversi polloni.
A primavera inoltrata, quando i ricacci lungo il fusto avranno raggiunto la lunghezza di almeno 25-30 cm, si interverrà selezionandone 2-3 meglio posizionati e legandoli ai sostegni (che possono essere rappresentati anche dal vecchio fusto danneggiato e capitozzato all’altezza del filo portante).
In caso di danni parziali sarà invece necessario operare sui capi a frutto una buona selezione tra i germogli fuoriusciti a primavera, anche in funzione dei grappolini presenti.

Danni da freddo primaverili

I danni da gelo primaverile o da brina  comportano danni ingenti ai giovani germogli.

Le piante colpite solitamente reagiscono ricacciando nuovi germogli dalle gemme di controcchio o dalle gemme non ancora germogliate, ma la produzione dell’anno in corso viene normalmente compromessa per gran parte delle varietà.

La prevenzione dei danni da gelo primaverile nelle zone a rischio consiste anzitutto nella preferenza di vitigni a germogliamento tardivo quali Pinot grigio, Sauvignon bianco, Cabernet sauvignon, Garganega, Montepulciano, eccetera.
Ove possibile, anche l’epoca di potatura invernale, rinviata a febbraio o marzo, aiuta nella prevenzione grazie a un significativo ritardo del successivo germogliamento.

L’irrigazione a pioggia lenta con finalità anche di irrigazione antibrina, molto diffusa nei frutteti del Nord d’Italia, solo eccezionalmente ha trovato applicazione nei vigneti, per cui raramente si sono potuti vedere risultati significativi. Più utile la microirrigazione, in particolare a microjet, che con temperature appena al disotto dello zero, azionata qualche ora prima della minima termica, ha permesso una buona difesa dalle brinate.

Appena dopo la brinata è preferibile limitare gli interventi volti all’eliminazione dei germogli colpiti che cadranno da soli una volta disseccati completamente.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 5/2021
Cosa fare e quando per limitare i danni da freddo
di E. Corazzina
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