Biodiversità in vigneto

«Dal Pinot grigio al Valpolicella: la biodiversità per il futuro della produzione viticola», questo il titolo del convegno che si è tenuto l’11 dicembre scorso a Villa Quaranta nel comune di Pescantina (Verona), organizzato dall’Osservatorio agricoltura del Comune di Pescantina.

Il convegno ha richiamato circa 200 persone, sintomo che il tema della gestione sostenibile del vigneto, al fine di mantenere e incrementare la biodiversità, è di grande interesse per i tecnici del settore. Le relazioni in programma Silvano Zampini dell’Osservatorio agricoltura ha introdotto i lavori e spiegato cosa sia la biodiversità, vale a dire il numero, la varietà e la variabilità degli organismi viventi presenti in un ambiente e come questi varino nel corso del tempo.

Albino Armani, presidente del Consorzio di tutela doc delle Venezie, ha illustrato lo stato attuale e futuro della denominazione Pinot grigio delle Venezie e l’importanza dell’impegno e del rispetto di pratiche agricole sostenibili. Daniele Accordini, vicepresidente del Consorzio di tutela Vini Valpolicella, dopo un excursus sullo stato dell’arte del Consorzio ha descritto la certificazione RRR – riduci, risparmia, rispetta – attualmente dotata da 155 delle 305 aziende totali facenti parte del Consorzio.

A entrare più diffusamente nel tema della biodiversità Gianfranco Caoduro della World biodiversity association, una onlus formata da naturalisti, botanici e zoologi impegnati nella conoscenza e conservazione degli hotspot di biodiversità in Italia e nel mondo, che ha anche illustrato il marchio «biodiversity friend», un logo rilasciato a prodotti e aziende che contribuiscono al mantenimento e all’incremento della biodiversità negli agrosistemi e migliorano la qualità di aria, acqua e suolo, attraverso l’applicazione di buone pratiche agricole: conservazione della fertilità dei suoli, corretta gestione delle risorse idriche, controllo delle infestanti e dei parassiti attraverso metodi a basso impatto ambientale, diffusione di siepi campestri e di specie nettarifere e uso di rotazioni poliennali.

A concludere le relazioni tecniche Enrico Marchesini, del Centro di saggio Agrea, che ha descritto come la biodiversità possa essere estremamente funzionale in vigneto, fornendo esempi in tal senso su numerosi parassitoidi e predatori di insetti nocivi.