L’innovazione rilancia la barbabietola italiana

L’intervento di Claudio Gallerani. Alla sua sinistra Silvio Salvi, Giorgio Cantelli Forti e Claudio Ciavatta

Quali sono le soluzioni tecniche e genetiche più innovative da mettere in campo per vincere le sfide legate ai cambiamenti climatici? A questa domanda ha voluto rispondere l’incontro tecnico-scientifico che CoproB-Italia Zuccheri e Accademia nazionale di agricoltura (Ana) hanno organizzato il 30 ottobre scorso presso la sede del comprensorio di Minerbio (Bologna).

Un evento che ha richiamato una platea molto numerosa e ha potuto contare sugli interventi di docenti e ricercatori accademici quali Silvio Salvi, presidente della Società italiana di genetica agraria; Claudio Ciavatta, professore ordinario di Chimica agraria all’Alma Mater di Bologna; Giorgio Cantelli Forti, presidente dell’Accademia nazionale di agricoltura, oltre a Giovanni Campagna e Giacomo Finessi, rispettivamente responsabile area sperimentazione e analista del laboratorio Tare Coprob-Italia Zuccheri, tutti introdotti dal presidente Claudio Gallerani.

Un’annata positiva

Potenzialità della genomica, monitoraggio della fertilità del suolo per contenere gli effetti del cambiamento climatico e adozione delle agrotecniche più innovative sono stati nello specifico i temi approfonditi dai diversi relatori.

«La bieticoltura italiana sta tornando nelle aree del Paese da sempre vocate a questa coltivazione, dove però negli anni passati era stata pressoché cancellata».

È questa la prima riflessione di Claudio Gallerani nel tracciare un bilancio di un’annata che «nonostante un andamento climatico che ha alternato lunghi periodi siccitosi ad eventi alluvionali e a temperature medie talmente elevate come mai si sono registrate nel nostro Paese, la campagna bieticola targata 2023 ci ha positivamente meravigliati. Solo nel Veneto abbiamo registrato una media di 9 t/ha di saccarosio a cui si accoda a breve distanza l’Emilia-Romagna con una media di 8,7 t/ha. Anche le quotazioni sono state soddisfacenti nonostante il confronto con gli USA ci penalizzi per un 50%.

A parte questo valore che rappresenta, alla fine dei conti, un dato statistico, oggi la bieticoltura italiana sta vivendo un periodo di grande rilancio soprattutto per i produttori che hanno saputo e voluto innovare per far fronte alle sfide che il nostro Paese per primo, a livello europeo, ha dovuto affrontare, a iniziare dalle conseguenze dei cambiamenti climatici che oggi stanno mettendo in difficoltà i Paesi del Nord Europa, viceversa fino a pochi anni fa risparmiati».

Superfici in aumento

«E innovare – approfondisce il presidente di CoproB-Italia Zuccheri – vuol dire sfruttare le conoscenze e le opportunità che arrivano dalla ricerca sulla genomica, che sta facendo passi da gigante, per il miglioramento genetico della coltura, adottare le tecniche più efficaci di agricoltura di precisione monitorando la fertilità dei terreni per conciliare le produzioni agrarie con gli effetti determinati dalle mutazioni climatiche.

Un percorso che si inserisce nel concetto di filiera sostenibile avviato tre anni fa per estendere il disciplinare Sqnpi (Sistema qualità nazionale di produzione integrata) all’intera produzione bieticola.

Oggi, primi in Europa, il nostro zucchero è tracciato digitalmente all’80% e nell’arco dei prossimi due anni arriveremo al 100%. Le nuove tecniche colturali − prosegue Gallerani− ci permettono di destinare un migliaio di ettari, sui 30.000 coltivati dagli associati Coprob-Italia Zuccheri, alle bietole autunnali con ottimi risultati e alle storiche regioni come Veneto ed Emilia- Romagna, si stanno unendo altre realtà come le Marche, che quest’anno ha destinato alla coltivazione della barbabietola 2000 ha, il Piemonte, il basso Mantovano, in Lombardia, con altri 2000 ha.

E ancora l’Umbria, dove abbiamo effettuato i primi test sui terreni destinati finora alla coltivazione del tabacco che verrà così sostituito; e poi la Toscana e il Friuli Venezia Giulia che vanta anche in questo caso un’antica vocazione alla coltura della barbabietola. Le sfide che stiamo affrontando nascondono ovviamente delle insidie – è la riflessione conclusiva di Claudio Gallerani – ma il percorso fatto in questi anni, che ha previsto anche un’importante e premiante diversificazione produttiva, ci conferma che abbiamo tutte le carte in regola per affrontarle e vincerle».

Anna Mossini