Agricoltura rigenerativa da frontiera a realtà

Un momento dell’evento. Da sinistra: Andrea Pietrobelli, Ersilia Di Tullio. Patrizio Giacomo La Pietra, Bartolomeo Amidei

Agricoltura 4.0, globalizzazione del mercato, influenza delle crisi geopolitiche e cambiamento climatico da qualche anno sembrano essere gli unici argomenti agricoli su cui vale la pena dibattere tra addetti ai lavori e decisori politici, spesso tralasciando un argomento che, in ordine di importanza, meriterebbe il primo posto: il suolo.
Stiamo parlando del fattore principale della produzione agricola, che per restare tale anche in futuro necessità di tutela o, meglio ancora, di «rigenerazione».
Con l’obiettivo di approfondire questa tematica, su iniziativa del senatore Bartolomeo Amidei, lo scorso 14 novembre a Roma si è tenuto un convegno presso la sala Caduti di Nassirya del Senato dal titolo «Agricoltura rigenerativa: attualità e prospettive per l’Agricoltura italiana».
L’evento, realizzato grazie alla collaborazione di Produttori Sementi Polesani, Syngenta, Fomet e Ed&F Man ha visto la partecipazione di imprenditori agricoli, tecnici e rappresentanti delle istituzioni e si aperto con i saluti del sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali Patrizio Giacomo La Pietra: « i temi legati al miglioramento del suolo sono già al centro della discussione del nostro Governo con l’Unione Europea – ha sottolineato La Pietra – e poterli approfondire con gli esperti del settore nelle sedi deputate è un’opportunità di crescita per noi rappresentanti del Masaf».

Misure da omogeneizzare a livello nazionale

«È appurato che l’agricoltura rigenerativa favorisce la fertilità e la salute del suolo (contenuto di carbonio, biodiversità, caratteristiche fisiche, ecc.) con un approccio olistico e calibrato alle diverse situazioni – ha evidenziato Ersilia di Tullio, Head of Strategic Advisory di Nomisma – ripristinando la naturale funzione di carbon sink dei suoli e mitigando gli effetti dei cambiamenti climatici. Attualmente l’architettura verde della pac sostiene gli obiettivi e le pratiche dell’agricoltura rigenerativa tramite alcune misure della condizionalità rafforzata, ma in modo decisamente disomogeneo a livello nazionale. Ad esempio, gli interventi specifici sull’apporto sostanza organica nei suoli, le cover crops o le pratiche di agricoltura di precisione non sono stati attivati in Trentino-Alto Adige, Molise, Sardegna, Sicilia e Valle D’Aosta».

Il caso studio di Cà Felicita

Andrea Pietrobelli, manager del dipartimento agronomico di Cereal Docks, ha illustrato i risultati dell’applicazione di alcune pratiche di agricoltura rigenerativa nei campi dell’azienda Cà Felicita (Jesolo, Venezia), di proprietà del gruppo: «tra novembre 2022 e maggio di quest’anno abbiamo effettuato diverse operazioni sui terreni aziendali, molto sfruttati dalla precedente gestione, con l’obiettivo di arricchire il terreno di sostanza organica, migliorare l’efficienza idrica del suolo ed evitare fenomeni di ruscellamento ed erosione superficiale – ha spiegato Pietrobelli. Le attività di decompattazione del suolo, unite alla semina di miscugli selezionati di cover crops (nematocidi, azotofissatori, e decompattanti) hanno aumentato la capacità di gestione dell’umidità superficiale e ridotto la formazione di crosta superficiale del suolo, con immediati effetti positivi sulle rese di mais e soia in una stagione tutt’altro che facile».

I partecipanti alla Tavola Rotonda. Da sinistra: Stefano Calderoni, Claudia Guidi, Deborah Piovan, Bartolomeo Amidei, Claudia Pesce, Lorenzo Andreotti (moderatore), Amedeo Reyneri

Rischi e opportunità

Dalla tavola rotonda, alla quale hanno partecipato Deborah Piovan, imprenditrice agricola e divulgatrice; Alessandra Pesce, direttrice del CREA – Politiche e Bioeconomia; Claudia Guidi, imprenditrice agricola e vicepresidente di Confagricoltura Ferrara; Amedeo Reyneri, docente del Disafa dell’Università di Torino; Stefano Calderoni, presidente di Cia Ferrara e Francesco Manca, presidente di Confagricoltura Ferrara, è emerso chiaramente come l’agricoltura rigenerativa, se da un lato offre vantaggi anche in termini economici, dall’altro soffre ancora di una mancanza di inquadramento chiaro e univoco sia a livello normativo nazionale, sia di misurabilità dei risultati, senza tralasciare il rischio che, da vera rivoluzione sostenibile, venga «adottata» in ottica di semplice «greenwashing» da realtà economiche che poco o nulla hanno a che fare con il mondo rurale.
Nelle sue conclusioni, il senatore Amidei ha rimarcato l’importanza del confronto tecnico con esperti e stakeholder del settore, sottolineando il ruolo fondamentale degli imprenditori agricoli per il made in Italy agroalimentare, che ricordiamo vale qualcosa come 64 miliardi di euro.

Lorenzo Andreotti

 

Le videointerviste raccolte durante l’evento