Pomodoro con pacciamatura biodegradabile, facciamo i conti

trapianta-pacciamatrice in azione

La Campania per almeno venti anni, dal 1970 al 1990, ha ospitato sul suo territorio la produzione del pomodoro da industria e il polo della trasformazione industriale dando luogo, nei fatti, a un vero e proprio distretto agroalimentare di qualità.

La sostituzione della varietà di pomodoro San Marzano con altre più competitive, l’impoverimento dei terreni e il diffondersi della virosi da CMV e della radice suberosa da Pyrenochaeta lycopersici ha determinato una progressiva contrazione delle superfici campane destinate al pomodoro, determinando il passaggio alla Puglia del primato produttivo, mentre a livello regionale ha resistito fino a oggi, sia pure «snellito», il polo agroindustriale.

Allo stato, quindi, sono stimati poco più di 4.000 ha coltivati e Caserta è la provincia che maggiormente contribuisce alla produzione regionale con il 41% della superficie investita e il 53% della produzione regionale. In particolare, nell’agro di Villa Literno le superfici coltivate sono incrementate del 10% rispetto al Censimento 2010, in controtendenza con il dato regionale e la quantità totale prodotta è passata da 1,18 milioni di tonnellate del 2010 a 1,3 milioni di tonnellate del 2017.

L’impiego di film biodegradabili per la pacciamatura è una interessante opzione in grado di favorire la riduzione dei consumi di diserbanti e acqua irrigua nella coltivazione del pomodoro e soprattutto una migliore disponibilità di nutrienti nel suolo, oltre ai vantaggi della riduzione dei rifiuti plastici da smaltire e della maggiore pulizia dei frutti di pomodoro.

Inoltre il film tradizionale Ldpe (polietilene a bassa densità) non si adatta alla raccolta meccanica in quanto verrebbe strappato e rilasciato sul campo tal quale, mentre il film biodegradabile pur frammentandosi va incontro a una completa biodegradazione nel terreno.

Uno dei limiti alla diffusione di questa tecnica agronomica è legato però ai costi per ettaro, nella tabella è riportato il calcolo effettuato per stimare il costo di impiego della pacciamatura biodegradabile sulla base del dato aziendale di 120 kg di bobina in Mater-Bi per la pacciamatura di 1 ha a file con bine distanti 160 cm tra loro.

Tabella – Costi di impiego di 120 kg/ha di pacciamatura biodegradabile in Mater-Bi incluso il costo per la stesura

La tabella riporta tre ipotesi di costo di acquisto derivanti da prezzi unitari di listino e mette in evidenza la necessità di un contenimento dei costi di questi materiali se si vuole accrescere il margine di convenienza all’uso da parte degli agricoltori.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 21/2019
Pacciamatura e nutrizione: innovazioni per il pomodoro
Di L. Morra, M. Fagnano, E. Cozzolino, M. Bilotto, N. Fiorentino, R. Pergamo
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