Pomodoro da industria: i fitofagi «chiave» contro cui difendersi

Per la prima volta nel 2019 sono state sintetizzate in modo organico, sotto forma di bilancio fitosanitario, le informazioni relative alle avversità che si sono manifestate sul pomodoro da industria coltivato nel Nord Italia.

Queste indicazioni sono utili anche per individuare le principali criticità previste anche per quest’anno: i trapianti 2020, nonostante alcune difficoltà legate all’emergenza Covid-19, stanno infatti proseguendo da Nord a Sud.

Di seguito viene presentato il bilancio fitosanitario del pomodoro da industria a pieno campo, per questioni di sintesi, facendo riferimento ai principali fitofagi del territorio regionale dell’Emilia-Romagna, poiché su questo territorio viene coltivato più del 70% del pomodoro dell’areale settentrionale.

Nottua gialla (Helicoverpa armigera)

Data l’importanza del fitofago è indispensabile il monitoraggio del volo degli adulti mediante l’uso di trappole a feromoni e i rilievi sulla vegetazione di uova e larve per individuare il momento ottimale in cui intervenire tempestivamente. L’andamento climatico influenza l’ampiezza dei voli e la numerosità delle popolazioni e quindi delle catture.

Schiusa di uova di nottua gialla con giovani larve in una coltivazione di pomodoro. Foto R. Colla

Nel 2019 la difesa è stata posizionata nel mese di luglio con due interventi ovo-larvicidi sui trapianti medi mentre nel mese di agosto sui trapianti tardivi.
Grazie all’attento monitoraggio e alle strategie di difesa, nella generalità non si sono riscontrati danni significativi alla produzione. Sulle giovani piantine in fase post-trapianto nel 2019 non si sono osservati particolari danni da nottue terricole, qualche presenza si è registrata verso fine maggio sui trapianti tardivi a seguito delle frequenti precipitazioni avvenute nel mese.

Afidi

Nel complesso nel 2019 presenze scarse di afidi (Myzus persicae, Macrosiphum euphorbiae), con leggera eccezione dei tardivi laddove sono stati riscontrati in misura superiore. La difesa tiene conto anche della pericolosità di questi vettori riguardo alle principali virosi.

Elateridi

L’elevata umidità che si è venuta a creare a causa delle precipitazioni nel periodo primaverile 2019 ha favorito anche la risalita delle larve di elateridi che nei mesi precedenti, causa la siccità, erano rimaste negli strati più profondi del terreno, determinando in qualche caso fallanze significative.
Gli interventi chimici sono ammessi in relazione a una accertata presenza di larve nel terreno con vasi trappola, o in base a infestazioni rilevate nell’anno precedente. Le larve di questi coleotteri sebbene presenti in modo sporadico, a volte anche in una parte della coltivazione, possono rappresentare un problema determinando anche danni alle manichette per la micro-irrigazione.

Ragnetto rosso (Tetranychus urticae)

Nel 2018 in alcune aree del Piacentino gli attacchi di ragnetto rosso sono stati estremamente elevati con danni importanti sulla produzione. La difesa acaricida non è riuscita a contenere le infestazioni anche a causa di resistenze che sono insorte nella popolazione per la non corretta gestione dell’alternanza di prodotti acaricidi con diverso meccanismo d’azione.

Ragnetto rosso

Il 2019 si è presentato tutto sommato «nella norma» anche nelle aree più favorevoli comprese quelle del Piacentino; le condizioni sono state sicuramente meno favorevoli alle infestazioni ma è stata anche intrapresa da parte di tutti gli operatori del settore un’operazione di sensibilizzazione per un utilizzo più razionale degli acaricidi disponibili.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 5/2020
Il punto sulle avversità 2019 del pomodoro da industria
di R. Colla, B. Chiusa, L. Antoniacci
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