Per la redditività dell’asparago la resa è fondamentale

La coltivazione dell’asparago in Italia è in fase di espansione e ha interessato, nel 2021, una superficie complessiva di poco inferiore a 7.500 ha, di cui il 17% circa in serra. È la coltivazione in pieno campo a trainare la crescita degli investimenti, con un aumento di oltre 1.300 ha nell’ultimo decennio, mentre la coltivazione in serra permane piuttosto stabile nel tempo. Veneto e Puglia concentrano la maggior parte degli impianti in pieno campo, mentre la coltivazione in serra si localizza per il 90% in Campania.

Costi e redditività

Al fine di esemplificare i costi medi di produzione della specie, si presenta un caso studio relativo alla coltivazione di asparago verde in pieno campo nella pianura del Veneto, regione che concentra poco meno di 1/3 delle superfici investite in pieno campo e che contribuisce per il 22% circa alla produzione complessiva italiana. Nel primo anno, qualora sia già presente l’impianto di irrigazione, la spesa media è calcolabile attorno a 15.000 euro/ha, costituiti per quasi i 3/4 dal costo di acquisto del materiale di impianto, le cosiddette zampe di asparago. La manodopera è la seconda voce di spesa in fase di impianto, con circa 2.500 euro/ha, mentre i restanti costi, rappresentati dalla concimazione di fondo, dagli agrofarmaci e dalle spese energetiche sono decisamente più contenuti.

Nella fase produttiva è la manodopera a rappresentare di gran lunga la prima voce di costo, pari a circa 14.000 euro/ha, cioè i 2/3 del costo complessivo (grafico 4). La quasi totalità del lavoro richiesto si concentra nella fase di raccolta e post-raccolta, con circa 650 ore/ha per l’operazione di raccolta vera e propria (dato medio calcolato sull’intera vita produttiva), cui seguono ulteriori 450 ore/ha per le successive lavorazioni da svolgere in azienda (lavaggio, cernita, ecc.).


Le rimanenti operazioni colturali richiedono, invece, non più di 80 ore/ha complessive. Relativamente ai materiali impiegati, i fertilizzanti e gli agrofarmaci impongono, nel complesso, un esborso di circa 1.800 euro/ha, cui vanno aggiunte, a completamento delle spese per materie prime, poco più di 600 euro/ha di spese energetiche.

In virtù del prevedibile esborso totale, determinante è il rendimento produttivo dell’impianto che, considerando una resa media del periodo produttivo variabile da 8 a 10 t/ha, genera un costo unitario di produzione oscillante fra 2,10 e 2,65 euro/kg.

Negli ultimi 5 anni il prezzo medio alla produzione degli asparagi nell’area indagata ha raggiunto un livello medio attorno a 2,15 euro/kg (considerando la media tra le quotazioni dei mesi di aprile e maggio), con valori minimi di 1,40 euro/kg e massimi di 3,44 euro/kg. Qualora l’impianto riesca a mantenere una soddisfacente resa produttiva si può evidenziare un risultato economico apprezzabile, anche considerando che le imprese normalmente contribuiscono coprendo buona parte delle esigenze di lavoro.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 20/2022
Per l’asparago la redditività resta fortemente legata alle rese
di A. Palmieri
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