Macchie «atipiche» su pomodoro: quando la colpa è del caldo

Le macchie possono presentare anulature concentriche e un alone clorotico più o meno marcato e generalmente si sviluppano tra le nervature

Nelle ultime annate, in diversi appezzamenti di pomodoro da mensa in Abruzzo, sono comparse, quasi contemporaneamente, alcune macchie «atipiche» sulle foglie che, a un primo esame visivo, sembravano riferibili ad Alternaria tomatophila o al cancro batterico da Clavibacter michiganensis subsp. michiganensis.

I sintomi compaiono, in genere, a inizio-metà estate, spesso in coincidenza con elevate temperature ambientali, innalzamento del tasso igrometrico dell’aria e con venti caldi. La distribuzione delle macchie appare diffusa in tutto il campo, mentre sulle singole piante queste si evidenziano sulle foglie basali e su quelle mediane.

Le macchie possono presentare anulature concentriche e un alone clorotico più o meno marcato; generalmente si sviluppano tra le nervature, anche se a volte sono più estese e interessano anche i margini fogliari. Diversamente dall’alternariosi e da altre malattie fogliari simili, il fusto e i frutti non presentano sintomi.

Le cultivar di pomodoro maggiormente interessate da questa fisiopatia sono quelle da mensa, in particolare la tipologia Cuore di bue

Altri elementi caratteristici sono dati dal fatto che queste macchie compaiono nello stesso momento in diversi appezzamenti situati in una medesima zona di produzione, coltivazioni distanti anche diversi chilometri e in contesti agronomici differenti.

La fisiopatia è già conosciuta su tabacco e patata (necrosi brunastre internervali delle foglie basali) come «taches de sécheresse» o «drough spot» (Blancard, 1998) e su pomodoro come «drought stress».

Influenza degli stress ambientali

Dai rilievi in campo e dalle analisi di laboratorio, con l’ausilio di consultazioni bibliografiche specifiche, è possibile riferire la fisiopatia a una momentanea interruzione del flusso idrico delle piante in situazioni di stress (clima caldo e ventoso) e in periodi di rapida crescita. Un altro fattore da considerare è l’elevata umidità relativa, poiché questa riduce la traspirazione e, di conseguenza, il flusso idrico.

Per concludere, è necessario rimarcare l’inutilità di qualsiasi trattamento fitosanitario contro questa problematica data l’origine fisiopatica dell’alterazione. Una corretta gestione agronomica del terreno (preparazione del terreno, aggiunta di sostanza organica, ecc.), abbinata a corrette tecniche colturali e scelta varietale, potranno sicuramente ridurre la dannosità di questa fisiopatia su pomodoro.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 25/2021
Pomodoro: non occorre trattare se ci sono macchie «atipiche»
Di S. Pachioli
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