Covid-19: un terremoto per la IV gamma

Se è stato uno tsunami ad abbattersi sul settore agroalimentare da quando è iniziata l’emergenza Covid-19, il settore della IV gamma è stato colpito da un vero e proprio terremoto, soprattutto per quanto riguarda alcune referenze ad alto contenuto di servizio che avevano fino a questo momento trainato la grande crescita di questo comparto.

I cali di volume venduto in gdo arrivano al 6%, mentre quelli per il canale Horeca, ovviamente, al 100%. Per le aziende agricole specializzate la diminuzione di volumi venduti sfiora il 30%, con ovvie ripercussioni sul fatturato.

Le provincie di Bergamo e Brescia, due distretti industriali importanti e sede di realtà di primo piano del mondo della IV gamma, sono state tra le zone più colpite dall’emergenza Covid-19 e a questo proposito abbiamo chiesto ai rappresentanti di due leader di settore, Bonduelle e La Linea Verde, come hanno affrontato l’iniziale momento di crisi all’interno delle loro strutture.

«Da subito abbiamo invitato i collaboratori degli uffici allo smart working per arrivare al 100% a casa, le riunioni avvengono per hangouts, telefono, video conferenze» spiega Andrea Montagna, amministratore delegato Bonduelle, che ha sede a San Paolo D’Argon in provincia di Bergamo. «Abbiamo subito attivato tutte le precauzioni necessarie per la sicurezza dei colleghi degli stabilimenti che stanno lavorando per garantire un servizio di alta qualità ai nostri clienti e ai nostri consumatori. Per questi nostri colleghi è stata accesa una specifica assicurazione. Dobbiamo un grande ringraziamento a chi lavora negli stabilimenti per la loro dedizione e anche ai nostri agricoltori che continuano a fornirci il meglio delle materie prime a garanzia della qualità dei nostri prodotti».

«L’impatto è stato davvero molto forte» aggiunge Andrea Battagliola, direttore generale de La Linea Verde, con sede a Manerbio, in provincia di Brescia. «Abbiamo reagito sin da subito creando un’unità di crisi in azienda per poter rispondere a tutte quelle che sono state le nuove esigenze e anche alle direttive governative. Questo ci ha richiesto un grosso impegno. In particolare, sotto due aspetti, quello della salute con il distanziamento sociale, l’adozione di smart working e un aumento di sanificazione non solo degli ambienti produttivi, cosa alla quale siamo abituati in quanto azienda alimentare, ma anche in tutti gli altri ambienti aziendali. L’altro aspetto è stata la garanzia della continuità, accettando la sfida di non far mancare i nostri prodotti freschi nella grande distribuzione».

 

Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 17/2020
Covid-19 e IV gamma: un giro sulle montagne russe
di A. Franceschini
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