Melo: crescono le superfici a biologico

Nell’Unione europea gli investimenti  per le superfici destinate alla coltivazione del melo ammontano a poco più di 500.000 ettari: la Polonia ne concentra circa 1/3, pari a 165.000 ettari, l’Italia 55.000 e la Francia 50.000. In tutti i principali Paesi produttori le superfici si mantengono sostanzialmente stabili, mentre l’offerta annua è piuttosto oscillante in funzione del sempre più imprevedibile andamento climatico.

Campagna 2021

Le stime per la campagna in corso prevedono un’offerta di poco superiore a 11,7 milioni di tonnellate, più alta rispetto all’ultimo biennio del 10% circa, ma inferiore rispetto alla produzione record del 2018, quando si realizzarono 13,2 milioni di tonnellate. In particolare, la produzione polacca è prevista in ripresa, con quasi 4,2 milioni di tonnellate (+22% rispetto al 2020), mentre per l’Italia è attesa una lieve flessione (-4%) e per Francia e Germania un leggero aumento (fra il 3 e il 5%).

Parlando di mele, va sempre considerato che 1/3 circa dell’offerta dei paesi UE è costituita da frutti destinati all’industria, con differenze rilevanti fra i diversi produttori: se in Italia la quota destinata alla trasformazione si attesta sotto al 15%, in Polonia supera la metà del totale, mentre in Francia e Germania vale, rispettivamente, attorno al 20 e al 30%. Ciononostante, è evidente come l’arena competitiva europea sia fortemente influenzata dall’offerta polacca, in grado di incidere pesantemente sui mercati quando esprime il suo massimo potenziale produttivo, come nel 2018 ed attesa in ulteriore crescita nel futuro, visti i margini di miglioramento delle rese unitarie.

La situazione italiana

In Italia, il melo è tra le poche specie frutticole a mantenere una struttura produttiva piuttosto stabile: negli ultimi anni le superfici in produzione sono, anzi, lievemente salite, sebbene l’effetto espansivo pare essersi arrestato, come evidenziato dalla diminuzione della superficie totale nel 2021 rispetto al 2020 (–1,5%) e dalla riduzione delle superfici in allevamento, solo 2.300 ha nel 2021.

superfici coltivate a melo in Italia

Con riferimento all’ultimo decennio, la coltivazione ha guadagnato spazio soprattutto in Piemonte, con un aumento di 1.600 ha, in Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia, con una crescita di circa 400 ha per ciascuna. Sono, invece, diminuiti gli investimenti in Veneto e Campania (quasi 1.000 ha nel complesso), mentre il Trentino-Alto Adige, prima regione melicola del Paese con la metà circa delle superfici complessive, si è mantenuto stabile.

Un fenomeno di grande rilievo è la crescita del biologico, con superfici più che raddoppiate nell’ultimo decennio: secondo i dati Sinab attualmente sono più di 8.000 gli ha dedicati, pari quindi al 14% delle superfici complessive.

La produzione biologica attesa per il 2021 è di poco superiore a 200.000 t, pari al 10% circa dell’offerta complessiva prevista.

In diminuzione, al contrario, la percentuale di prodotto a marchio dop e igp, scesa dal 20 al 15% (dati Ismea).

Relativamente alla campagna in corso, le stime prevedono, come già osservato, una diminuzione dell’offerta totale del 4% rispetto al 2020.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 34/2021
Melo: export e ricerca per mantenere redditività
di A. Palmieri
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