Meglio le cultivar tardive per i mandorleti laziali

Il mandorlo si colloca a livello mondiale al primo posto per consistenza produttiva tra le specie da frutta in guscio, attualmente concentrata per circa l’80% in California, facendo registrare un ulteriore consolidamento della posizione, favorito dalla recente espansione delle superfici destinate alla sua coltivazione in particolare in ambienti a clima temperato. Tale espansione interessa anche nuove aree italiane considerate vocate per l’introduzione della coltura.

Sulla spinta delle incoraggianti proiezioni di mercato del comparto frutta a guscio, circa cinque anni fa nel Lazio è iniziata l’introduzione della mandorlicoltura specializzata tramite la realizzazione di nuovi impianti costituiti prevalentemente con impiego delle cultivar Tuono, Lauranne®Avijor, Soleta e Guara, tutte autofertili e caratterizzate da fioritura da medio-tardiva a tardiva, e delle cultivar Penta® e Makako® a fioritura extra-tardiva.

L’orientamento varietale in questa nuova area di introduzione mandorlicola è stato dettato sia dalla idoneità a impieghi industriali delle cultivar sia dalla loro epoca di fioritura quale tratto determinante per la coltivazione di questa drupacea, vulnerabile ai ritorni di freddo primaverili.

In concomitanza con la realizzazione dei primi impianti, l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Lazio (Arsial), in collaborazione con il Dipartimento di scienze agrarie e forestali dell’Università degli studi della Tuscia, ha realizzato nel 2017 una collezione varietale di mandorlo presso la propria azienda sperimentale in agro a Tarquinia (Viterbo), con finalità di esplorare il comportamento fenologico e agronomico delle cultivar e guidare dunque la scelta della piattaforma varietale nell’areale di nuova introduzione del mandorlo.
Durante le acquisizioni fenologiche sono state inoltre svolte periodiche analisi fogliari al fine di sviluppare strumenti di diagnostica fogliare sito- cultivar specifici, da utilizzarsi per un dettagliato monitoraggio dello stato nutrizionale dei mandorleti del Lazio.

Adattabilità varietale

Lo studio del comportamento vegeto- produttivo delle cultivar di mandorlo più interessanti dal punto di vista commerciale è fondamentale per valutarne l’adattabilità pedoclimatica in ambienti di nuova introduzione in coltura. La realizzazione dei fenogrammi di fioritura, maturazione del frutto e attività vegetativa della pianta, su base pluriennale, rappresentano dunque un utile strumento operativo a disposizione dell’agricoltore per adeguare al meglio la scelta varietale.

I calendari di fioritura realizzati presso la collezione varietale Arsial di Tarquinia hanno evidenziato, almeno nel triennio d’indagine, come le cultivar Genco, Guara, Supernova e Tuono, a fioritura da medio-tardiva a tardiva, possono risultare più soggette a moderati danni causati da ritorni di freddo primaverili, che seppur sporadici nell’areale laziale di nuova introduzione del mandorlo, possono verificarsi come attestato dalle stagioni vegeto-produttive 2020 e 2021.

In linea generale, le cultivar di mandorlo a fioritura da tardiva a extra-tardiva possono essere introdotte nel litorale laziale senza particolari limitazioni di carattere climatico.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 21/2022
Meglio le cultivar tardive per i mandorleti laziali
di A.L. Pica, C. Silvestroni, R. Mariotti, V. Cristofori
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