Mandarino: selezioni varietali per il bacino mediterraneo

Il mandarino mediterraneo è adattato ai climi caldi e secchi, ma presenta importanti svantaggi tra cui l’alternanza di produzione e cascola pre-raccolta, nonché la presenza di semi nei frutti. Le sue caratteristiche più distintive sono: le foglie piccole e strette; il sapore delicato e piacevolmente aromatico del succo; il profumo caratteristico dell’olio della buccia; l’habitus di crescita con molti germogli; il grado molto elevato di poliembrionia del seme.

Varietà mediterranee

Il mandarino Avana, a maturazione intermedia, ormai è stato abbandonato per l’eccessivo numero di semi, per l’alternanza di produzione e per la pezzatura piccola. Nella fase tardiva (da marzo in poi) si raccoglie il Tardivo di Ciaculli, con frutti di sapore gradevole, molto aromatici, di facile sbucciabilità, con pochi semi, particolarmente interessante per l’epoca di maturazione.
Il mandarino mediterraneo è stato un importante progenitore per una generazione di ibridi, tra cui Clementine, Wilking e Kinnow. Di questi, il Clementine è di gran lunga il più significativo a livello globale, sebbene Kinnow sia anche prodotto commercialmente nel Punjab regioni dell’India e del Pakistan.

Si ritiene che il mandarino imperiale australiano sia un ibrido casuale di mandarino mediterraneo e forse Emperor (un tipo Ponkan), il Mandalate (D8811) (Fortune × Avana 4n) è una varietà triploide del CREA (Consiglio per la ricerca e l’economia in agricoltura).
Un importante ibrido di generazione superiore proveniente dal mandarino mediterraneo è il mandarino Orah, inizialmente ritenuto un ibrido tra Temple × Kinnow del Volcani Center, Israele.
Da una mutazione indotta di Orah è derivato Orri, estremamente vigoroso con un portamento eretto simile a quello di Murcott; con rami lunghi, vigorosi, assurgenti e spinescenti. Il polline ha bassa vitalità, ma non è completamente sterile, e può avere semi nei frutti (0-2 semi), sebbene sia considerato essere senza semi o con numero di semi basso. L’eccessiva vigoria induce una entrata in produzione tardiva e in fase produttiva tende ad alternanza di produzione. La dimensione dei frutti di Orri è generalmente buona, anche se può essere piccola negli anni di forte carica. A maturità la buccia è di colore arancione, la forma del frutto è leggermente appiattita, ma la buccia tende a essere grossolana, quando i frutti sono prodotti in condizioni relativamente aride, rispetto a condizioni costiere più umide. La maturazione inizia dalla seconda metà di gennaio quando la qualità interna e il sapore sono ottimi, ha registrato un aumento della domanda da parte dei consumatori negli ultimi anni. Questa varietà è gestita con la modalità club che ha previsto superfici contingentate, al momento non sono state previste superfici in Italia.

Ciaculli
Orri

Validazione varietale

L’interesse verso questo gruppo di specie è abbastanza importante soprattutto nella fase tardiva di maturazione, allorquando non sono disponibili nuove varietà di clementine. Restano aperte alcune tematiche relative alla produttività, non sempre costante negli anni e l’apirenia dei frutti. La creazione di nuove varietà va sempre preceduta da un periodo di validazione in cui si possa capire la reale vocazionalità all’ambiente di coltivazione, spesso la richiesta nelle fasi tardive, supportate da prezzi elevati, può indurre una diffusione di varietà che possono dare risultati produttivi e conseguentemente economici incerti.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 27/2021
Per le specie dei mandarino-simili c’è spazio in fase tardiva
di C. Mennone
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